La Chiesa “sarà di sostegno, e non di mediazione” nella fase pubblica del dialogo tra il governo colombiano e la guerriglia dell’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), che si aprirà il prossimo 27 ottobre, a Quito (Ecuador). Lo ha confermato il presidente della Conferenza Episcopale della Colombia, mons. Luis Castro Quiroga, spiegando che la partecipazione della Chiesa – che ha il consenso del presidente colombiano Juan Manuel Santos, recentemente insignito del Nobel per la Pace -non avrà funzione di mediazione come richiesto dall’Eln.
Il presule ha informato inoltre che la Chiesa assicura la sua presenza nei colloqui attraverso “una commissione composta da cinque vescovi che rappresentano i territori più colpiti da questo gruppo guerrigliero”. Ci saranno, tra gli altri, l’arcivescovo di Cali, mons. Dario de Jesús Monsalve, e i vescovi delle diocesi di Arauca, Chocò e Tibù.
La commissione è stata istituita circa un anno fa proprio per partecipare in rappresentanza della Chiesa a questi colloqui. “Il processo di pace con la guerriglia dell’Eln – ha aggiunto Castro – dovrebbe avanzare con intelligenza, prudenza e rapidità sulla base di punti concreti per raggiungere un accordo”.
Come sottolinea la Radio Vaticana, la notizia dell’inizio dei negoziati con la guerriglia dell’Eln era imprevedibile, specialmente dopo il referendum della scorsa settimana che ha detto “no” alla firma dell’accordo di pace tra il governo e le Farc. Eppure, ci sono voluti oltre tre anni e 22 colloqui tra il delegato del governo colombiano, Frank Pearl, i rappresentati dell’Eln e la mediazione della Chiesa – rappresentata dall’arcivescovo di Cali, mons. Monsalve – per arrivare a questo primo incontro ufficiale. Lo stesso mons. Monsalve ha spiegato che dopo la liberazione dei sequestrati, il principale ostacolo per portare avanti i negoziati è stato proprio che la guerriglia dell’Eln “non voleva essere considerata un’appendice dei colloqui del governo con le Farc”.
L’annuncio dell’avvio del dialogo tra governo ed Eln è stato reso pubblico lunedì scorso, dopo l’incontro a Caracas (Venezuela) delle rispettive delegazioni del governo e del gruppo guerrigliero, che si sono date appuntamento per la fine di questo mese in Ecuador. Prima di tale accordo, l’Eln ha liberato tre persone sequestrate e ne consegnerà altre due prima dell’apertura dei negoziati. Altrettanto ha fatto il governo colombiano, che provvederà alla scarcerazione di alcuni “prigionieri politici”. In un comunicato congiunto le parti s’impegnano inoltre a compiere “altre azioni umanitarie per creare un ambiente favorevole alla pace”.
Il presule ha informato inoltre che la Chiesa assicura la sua presenza nei colloqui attraverso “una commissione composta da cinque vescovi che rappresentano i territori più colpiti da questo gruppo guerrigliero”. Ci saranno, tra gli altri, l’arcivescovo di Cali, mons. Dario de Jesús Monsalve, e i vescovi delle diocesi di Arauca, Chocò e Tibù.
La commissione è stata istituita circa un anno fa proprio per partecipare in rappresentanza della Chiesa a questi colloqui. “Il processo di pace con la guerriglia dell’Eln – ha aggiunto Castro – dovrebbe avanzare con intelligenza, prudenza e rapidità sulla base di punti concreti per raggiungere un accordo”.
Come sottolinea la Radio Vaticana, la notizia dell’inizio dei negoziati con la guerriglia dell’Eln era imprevedibile, specialmente dopo il referendum della scorsa settimana che ha detto “no” alla firma dell’accordo di pace tra il governo e le Farc. Eppure, ci sono voluti oltre tre anni e 22 colloqui tra il delegato del governo colombiano, Frank Pearl, i rappresentati dell’Eln e la mediazione della Chiesa – rappresentata dall’arcivescovo di Cali, mons. Monsalve – per arrivare a questo primo incontro ufficiale. Lo stesso mons. Monsalve ha spiegato che dopo la liberazione dei sequestrati, il principale ostacolo per portare avanti i negoziati è stato proprio che la guerriglia dell’Eln “non voleva essere considerata un’appendice dei colloqui del governo con le Farc”.
L’annuncio dell’avvio del dialogo tra governo ed Eln è stato reso pubblico lunedì scorso, dopo l’incontro a Caracas (Venezuela) delle rispettive delegazioni del governo e del gruppo guerrigliero, che si sono date appuntamento per la fine di questo mese in Ecuador. Prima di tale accordo, l’Eln ha liberato tre persone sequestrate e ne consegnerà altre due prima dell’apertura dei negoziati. Altrettanto ha fatto il governo colombiano, che provvederà alla scarcerazione di alcuni “prigionieri politici”. In un comunicato congiunto le parti s’impegnano inoltre a compiere “altre azioni umanitarie per creare un ambiente favorevole alla pace”.