Daily meditation on the Gospel

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Uno in Cristo Gesù

Meditazione della Parola di Dio di sabato 8 ottobre 2016 – XXVII settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Il Vangelo di oggi trova la sua collocazione in uno sviluppo narrativo che non è facile comprendere. Gesù ha parlato della preghiera, ha scacciato un demonio e mentre ci sta mettendo in guardia che il demonio può ritornare ancora più agguerrito, la voce di una donna benedice Maria sua Madre, per suo figlio Gesù che, ieri come oggi, non finisce di stupire.
Meditazione
La densità, la ricchezza, ma anche la naturalezza e la bellezza di questo brano evangelico è inversamente proporzionale alla sua lunghezza: il brano odierno è un testo brevissimo che, però, ci propone un insegnamento fondamentale per la nostra vita cristiana. Ci sono, infatti, diversi elementi che confermano che siamo di fronte ad un insegnamento che sicuramente è uscito dalla bocca di Gesù, che gli evangelisti e poi la Chiesa si sono preoccupati di registrare e tramandare a noi. Si tratta di due versetti che raccolgono due benedizioni: una uscita dalla bocca di una donna, l’altra invece viene direttamente da Gesù. Una sorta di botta e risposta con un crescendo. La benedizione della donna, nel suo contenuto e nella sua formulazione, ci appare estremamente naturale; quella di Gesù ci sorprende, e non poco, perché ci disorienta. La benedizione di questa donna mostra tutto il santo orgoglio di una donna-madre che, pur rivolgendosi a Gesù, benedice un’altra donna e un’altra madre, per avere accolto nel suo grembo e nutrito al suo seno un figlio come quello. Come dicevamo, quel che ci sorprende e ci spiazza è la risposta di Gesù, perché ci trasporta da un piano solo umano ad un piano totalmente diverso. Essa ci mostra una benedizione, una beatitudine più grande sul piano della fede. Ci mostra la forza della relazione spirituale, che si nutre e vive di ascolto della Parola, che è ancora più profonda di quella con la madre. Formidabile da parte di Gesù l’avere accostato il credente che ascolta la Parola alla relazione viscerale, al cordone ombelicale che unisce figlio e madre. Come c’è un grembo fecondo, quello della madre che accoglie il figlio e lo porta a maturazione, così ce n’è uno ancora più prezioso, che produce una gioia immensa, ed è quello di quanti ascoltano, accolgono ed incarnano la Parola di Dio nella loro vita. Perché i cristiani non sono chiamati ad essere una citazione ma una incarnazione della Parola, ad essere tutti madre.
Preghiera:
Donaci, Signore, di trovare gioia profonda nell’ascolto della tua Parola, affinché la nostra vita, fecondata dall’azione dello Spirito Santo, sia capace di generare Cristo in ciascuno di noi, affinché egli sia vivo ed operante sempre in noi e con noi.
Agire:
Mi accosterò alla Parola, con la riverenza e la gioia con cui mi accosterei a Dio, perché non è niente di più, ma neppure niente di meno della sua presenza.
***
Meditazione a cura di mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, tratta dal mensile MessaMeditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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