L’evento nazionale del 2016 riflette sul tema “Misericordia: un viaggio dal cuore alle mani”. Un tema significativo che il Papa sviscera a partire da due brani del Vangelo. Uno è quello del Buon Samaritano che incontra quell’uomo per strada e prova compassione nel cuore; quindi, racconta il Vangelo, “scese da cavallo, lo toccò, lo guarì”. Il secondo è l’episodio di Gesù che vedendo partire alla porta di Nain il corteo funebre del giovane figlio della madre vedova, “provò compassione per quella madre sola, si avvicinò, le disse: ‘Non piangere’, e le sue mani cominciarono ad agire”. Dopo toccò la bara e disse: “Giovane, alzati!”.
In entrambi i casi c’è “un viaggio dal cuore alle mani”, annota il Papa. Nel caso del Samaritano, “la compassione del cuore lo porta a fare un lavoro con le sue mani”; Gesù, da parte sua, ci insegna “ad agire, però dal cuore”. “Il cuore, sia quello del Buon Samaritano come quello di Gesù, fu toccato dalla miseria”, sottolinea il Santo Padre, “la miseria che vide lì, la miseria di quella madre vedova che vide Gesù, quella miseria del dolore, e la miseria di quell’uomo picchiato che vide il samaritano. Il cuore si unisce alla miseria dell’altro e questo è misericordia. Quando la miseria dell’altro entra nel mio cuore sento misericordia”.
È evidente, pertanto, “che non è lo stesso che provare pena”, quello “è un altro sentimento”, spiega Bergoglio. “Io – prosegue – posso provare pena di fronte ad un animale ferito o ad una situazione, ma la misericordia è un altro sentimento: è quando la miseria dell’altro, o una situazione di dolore o di miseria, si pone sul cuore ed io permetto che questa situazione tocchi il mio cuore”. È questo “il viaggio di andata dalla miseria al cuore”, e questo è “il cammino”: “Non c’è misericordia se non si parte dal cuore, un cuore ferito dalla miseria dell’altro, da una situazione dolorosa dell’altro, un cuore che si lascia ferire”, afferma Francesco.
Infatti, “si può essere misericordiosi solo se si sente realmente di avere ricevuto la misericordia del Signore, altrimenti non si può essere misericordiosi. Se tu senti che il tuo peccato è preso in carico, perdonato, dimenticato da Dio – sottolinea il Pontefice – tu hai ricevuto misericordia, e per questo avere ricevuto misericordia, potrai essere misericordioso. Se la misericordia non parte dal tuo cuore così, non è misericordia”.
E qui inizia il viaggio di ritorno. “Se il viaggio di andata è stato lasciarmi ferire il cuore dalla miseria altrui”, ora inizia il viaggio di ritorno “dal cuore verso le mani”. “Così – dice il Papa – il cammino va dalla mia miseria che ha ricevuto misericordia, alla miseria dell’altro; dalla mia miseria amata da Dio, all’amore della miseria dell’altro; dalla mia miseria amata nel mio cuore all’espressione con le mie mani”.
In questo senso la misericordia è “un viaggio dal cuore alle mani”. “Che faccio? Apro le mani o il mio cuore?”. “Le due cose”, afferma Bergoglio, esortando: “Lascia che la miseria ferisca il tuo cuore, quella degli altri e la tua. Lascia che tu riceva misericordia e comincia il viaggio di ritorno, e con le tue mani dai misericordia agli altri, spandendo misericordia e amore”.