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Dal Libano, la denuncia del card. Sandri: "Ad Aleppo catastrofe umanitaria"

Nella Messa per l’ordinazione episcopale di mons. Cesar Essayan, il porporato tuona: “I responsabili renderanno conto a Dio: i trafficanti di morte e chi semina distruzione e violenza”

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“Una vera e propria catastrofe umanitaria di cui dovranno rispondere dinanzi a Dio tutti i responsabili diretti e indiretti: da chi semina distruzione e violenza, ai trafficanti di morte attraverso il mai sazio mercato delle armi”. Dal Libano, dove oggi ha conferito l’ordinazione episcopale al francescano conventuale Cesar Essayan, nominato vescovo titolare di Mareotes e vicario apostolico di Beirut, il cardinale Leonardo Sandri denuncia il dramma dei conflitti che sconvolgono i Paesi mediorientali come Siria e Iraq e che si ripercuote anche sul Libano.
Lo testimonia l’arrivo di migliaia di persone in fuga a cui il Paese dei cedri ha aperto le porte. Il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali , durante la sua omelia nella cattedrale di san Giuseppe, a Beirut, ha ricordato come tuttavia il legame tra il Libano e questi paesi abbia radici lontane: “Questo stesso Vicariato Apostolico fu distaccato nel 1953 da quello di Aleppo, e questo ricordo ci spinge a levare ancora più intensa la preghiera per i nostri fratelli che vivono da anni il dramma della guerra”, ha detto.
Rivolgendosi poi al nuovo vescovo, il porporato lo ha esortato a essere la guida della Chiesa latina in Libano nonché “compagno di viaggio” delle Chiese patriarcali cattoliche e delle altre comunità cristiane. A tutti i cristiani presenti, ha invece detto: “Nella società libanese la luce e la fiamma della vostra comune testimonianza a Cristo dovrà bruciare ogni contesa e diatriba, spegnendo ogni atteggiamento che metta al di sopra l’interesse di parte piuttosto che il bene comune – anche nella presenza nella vita sociale e politica del paese – ma insieme essere anche sale che da a tutti il sapore di una vita vissuta non nel possesso o nell’accumulo di beni, ma nella condivisione solidale soprattutto a beneficio dei più poveri, sia tra i figli di questa Nazione, sia tra quelli che qui hanno trovato ospitalità provenendo dal dramma dei conflitti dei Paesi vicini”.
Nel fare riferimento al Giubileo, il cardinale ha auspicato che questo tempo di grazia possa donare “energia e slancio ulteriore” all’episcopato di mons. Essayan, per non aver timore “di denunciare anche il male e le ferite, nella consapevolezza che il limite posto al male del mondo e nel cuore dell’uomo è posto da Dio nella sua misericordia”.
“La grazia di Cristo – ha assicurato il prefetto delle Chiese orientali – ti consacra ora con il sigillo indelebile dello Spirito Santo, perché tu sia testimone della resurrezione: la contempli nella preghiera, la celebri nella liturgia e nelle altre azioni sacramentali, la viva nel donare la vita nuova ai fratelli attraverso la carità verso i malati, i poveri, i carcerati”, giungendo ad “amare gli ammalati delle diverse forme di lebbra interiore del nostro tempo, come fece il Santo di Assisi”.
In conclusione, il cardinale Sandri ha invocato l’aiuto di Maria, Regina degli apostoli, affinché interceda per la pace in Medio Oriente e “apra i cuori di coloro che possono operare per la fine delle violenze, delle persecuzioni e delle guerre”.

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ZENIT Staff

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