Foto: Prayer for the Children - Syria 2016 (Logo)

Aleppo: la preghiera e la petizione dei bambini per la Pace

Le firme saranno consegnate da tre patriarchi siriani alla sede Ue di Bruxelles e alla sede Onu di Ginevra

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Si è tenuta stamattina ad Aleppo la preghiera dei bambini per la pace, con la partecipazione di almeno 200 piccoli oranti cristiani e musulmani. Il raduno è avvenuto nel cortile del convento della Terra Santa nella parte occidentale della città. Ne erano previsti almeno un migliaio ma anche oggi è stato un giorno di combattimento.
L’iniziativa è nata dai francescani della Siria, il cui rappresentante, padre Ibrahim Sabbagh, che ha spiegato: “Ci siamo uniti oggi con tutti i bambini di Aleppo per dire no alla violenza, per dire no alle armi, per dire no al terrore. E per dire sì alla carità, al perdono, alla pace e per dire sì alla gioia – ha detto il francescano -. Con questi bambini vogliamo sfidare le armi e vogliamo dare la nostra risposta da cristiani, per dire che la morte non ha l’ultima parola”.
A porgere il loro saluto, sono giunti l’arcivescovo greco-melchita, Jean Clement Jeanbart, e l’arcivescovo armeno-cattolico Boutrous Marayati. “I bambini sono i più vulnerabili ma il Signore può sentire sempre la loro preghiera e darci la pace – ha detto Marayati -. La pace del Signore sia con noi e con questi bambini”.
È stata invece un’idea del padre gesuita Ziad Hilal, quella di far sottoscrivere ad almeno un milione di bambini, una petizione per la pace da inviare all’Ue e all’Onu.
Nel frattempo, grazie al sostegno di Aiuto alla Chiesa che soffre, iniziative  simili sono in programma a Damasco, Homs, Yabroud, Marmarita,Tartous e forse anche in Europa. Come ambasciatori dei bambini, il patriarca greco-ortodosso Giovanni X, il patriarca siriaco-ortodosso Ignatio Aphrem II e il patriarca cattolico melchita Gregorio III, si recheranno a Bruxelles e a Ginevra dal 10 al 13 ottobre per consegnare la petizione ai rappresentanti di Ue e Onu.
Nel frattempo, il vescovo caldeo di Aleppo, monsignor Antoine Audo, intervistato da Fides, ha parlato di una “situazione generale di terrore”, con innumerevoli morti, tra cui almeno venti cristiani, nelle ultime settimane.
“Ma di quello che succede da noi, i media occidentali non parlano. A noi che siamo qui, tutto il sistema mediatico globale appare manovrato da interessi geopolitici che manipolano l’informazione. Tutto diventa pretesto di propaganda. E si continua a nascondere il ruolo e le operazioni messe in atto da Paesi come la Turchia, il Qatar e l’Arabia Saudita”, ha poi concluso il presule.

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ZENIT Staff

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