Daily meditation on the Gospel

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Signore: insegnaci a pregare

Meditazione della Parola di Dio di mercoledì 5 ottobre 2016 – XXVII settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
I discepoli, vivendo a contatto con Gesù, scoprono ogni giorno un mondo nuovo, ma scoprono soprattutto un volto nuovo di Dio. Da qui nascono tante domande che i Vangeli si sono preoccupati di registrare e di tramandarci. Oggi abbiamo una di queste domande, sicuramente tra le più importanti: i discepoli chiedono a Gesù di insegnare loro a pregare. Gesù, in risposta, dà a loro e a tutti noi il Padre nostro. Ora anche noi sappiamo come e cosa dire.
Meditazione
Il brano del Vangelo di oggi è molto breve, ma è sicuramente tra i più intensi e profondi per la nostra vita di credenti. Una preghiera che ha cambiato tutta la storia, perché ha cambiato il volto di Dio e di conseguenza l’uomo e il suo cuore. È il Vangelo nel quale Gesù, rispondendo alla richiesta di un discepolo, ci dà il Padre nostro, ci dà la preghiera dei cristiani per eccellenza. Quella che sicuramente, nel suo contenuto ed in parte nella sua formulazione anche verbale, è uscita dalle labbra e dal cuore del Figlio di Dio. Una preghiera che da allora continua a risuonare sulle labbra e – speriamo – nel cuore di ogni cristiano, in tutti i tempi. Se analizziamo anche il contesto in cui matura questa domanda, capiremo meglio, e tanto di più. Gesù è immerso nella sua preghiera al Padre. Una preghiera lunga, intensa, eccezionale. E così unica che colpisce i suoi discepoli. Altrimenti non si spiega perché uno di loro, sicuramente rapito da questo modo così profondo di pregare, gli abbia chiesto: «Signore, insegnaci a pregare». Altri maestri lo facevano. Gesù con pazienza ha aspettato che glielo chiedessero pure i suoi discepoli. Ora il tempo è maturo. Il Padre nostro, infatti, è innanzitutto il dono di una relazione nuova con Dio. Noi diciamo Padre al Padre. Cambia l’immagine e l’immaginario che abbiamo di Dio. Ci viene rivelato il vero volto che Dio ha e vuole donarci quando lo preghiamo. Per questo prima di chiedere cose, il Padre nostro ci fa inoltrare nel mistero, nelle profondità, nella volontà e nella santità di Dio. Le richieste, la seconda parte del Padre nostro, sono solo una conseguenza. E, scaturendo dalla comunione dell’uomo con Dio, diventano percorsi di relazioni autentiche tra noi. Relazioni evangelizzate, capaci di sciogliere, nella dinamica del perdono ricevuto e offerto, la tensione delle offese subite e ogni forma di limite che condiziona la nostra autenticità.
Preghiera:
Signore, ti chiediamo che la nostra preghiera nasca sempre dall’ascolto della tua Parola; nasca dal cuore e dall’anima e non dalle sole labbra; nasca dal fuoco d’amore dello Spirito Santo che, accordando la nostra debolezza alla tua grandezza e santità, ci faccia esclamare con tanta fiducia: Abbà, Padre!
Agire:
Presterò, ogni volta, più attenzione alla recita del Padre nostro, perché è un dono prezioso, che come figli abbiamo ricevuto dal Figlio di Dio.
***
Meditazione a cura di mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, tratta dal mensile MessaMeditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti:info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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