Foto: TV2000

Migranti. L'appello di due genitori siriani: "Nostri figli scomparsi dopo salvataggio in mare"

I piccoli scomparsi l’11 ottobre 2013 dopo il salvataggio tra Malta e Lampedusa da parte delle autorità italiane. I genitori si rivolgono al Papa e alle istituzioni italiane tramite TV2000: “Sono vivi, aiutateci a ritrovarli”

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“I nostri due figli sono vivi aiutateci a ritrovarli”. Così una coppia di genitori siriani, ai microfoni di TV2000, ha lanciato un appello al Papa e alle istituzioni italiane per riuscire a rintracciare i loro figli scomparsi l’11 ottobre 2013 dopo il salvataggio in mare, tra Malta e Lampedusa, del barcone su cui stavano viaggiano.
Il padre dei due bimbi ha chiesto un aiuto direttamente a Papa Francesco: “Se può aiutarci, lo faccia, la supplico. Sono sicuro che i miei figli siano vivi ma non so nulla di loro da tre anni”. Un grido di dolore lanciato anche dalle madre che in lacrime a TV2000 ha aggiunto: “I miei figli sono vivi, sono arrivati in Italia ma dove sono ora?”.
Della richiesta di aiuto di questa famiglia si è fatta carico suor Paola Agheorghiesei, italiana ma di origini romene. È a Lampedusa da due anni grazie alla ‘Congregazione dei poveri di don Morinello’ per volontà di Papa Francesco che in occasione della visita sull’isola ha chiesto un rafforzamento della presenza dei religiosi. Suor Paola, insieme alle sue consorelle, lavora giorno e notte per aiutare i migranti che arrivano a Lampedusa donando vestiti, cibo e contatti per rintracciare i parenti. La casa dove vive suor Paola è in un vicolo del centro di Lampedusa tra le casette dei pescatori. In questi giorni sta ospitando due famiglie siriane, provenienti dalla Germania, entrambe non hanno notizie dei figli e sono giunte a Lampedusa per raccogliere qualche informazione utile a rintracciarli.
Una coppia di genitori ha raccontato a suor Paola che l’11 ottobre 2013 erano su un barcone tra Malta e Lampedusa quando è stata lanciata la richiesta di soccorso. Secondo la loro ricostruzione, le autorità maltesi e quelle italiane discussero a lungo su chi dovesse intervenire: “Alla fine – ha spiegato suor Paola a TV2000 – venne raggiunto un compromesso: gli italiani avrebbero salvato i bambini mentre i maltesi gli adulti. Da quel momento la famiglia è stata divisa e questi genitori non hanno più rivisto i loro figli”.
“Chiunque sappia qualcosa – ha proseguito suor Paola – si faccia avanti. Quale futuro migliore si può dare a dei bambini, lontani dai loro genitori ? Se questi bimbi sono vivi e sono stati adottati, sappiano che la loro mamma e il loro papà non smetteranno mai di cercarli perché vogliono trovare l’altra metà dell’anima. Ma non è stato fatto tutto per ricongiungere questa famiglia”.
Dai documenti mostrati dalla famiglia c’è solo quello relativo al Dna che ha evidenziato che il Dna dei genitori non è stato ritrovato in nessuno dei morti recuperati dal naufragio dell’11 ottobre 2013. Il bambino più piccolo si chiama Mohammad Hazima, è nato a Damasco il 16 aprile 2005 mentre il più grande si chiama Ahmad Hazima, nato anche lui a Damasco, il 6 marzo 2002.

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ZENIT Staff

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