Alla riapertura dell’anno scolastico e complice il dibattito acceso sulla pubblica istruzione, il tema di ciò che qualifica veramente una scuola come pubblica torna vivo più che mai. L’A.Ge. condivide l’analisi di Suor Anna Monia Alfieri, ricercatrice esperta di politiche scolastiche coautrice assieme a Marco Grumo e Maria Chiara Parola del saggio “Il diritto di apprendere”.
Il tema del costo della pubblica istruzione si presenta, alla riapertura dell’anno scolastico, particolarmente caldo.
Tra le questioni in gioco vi è la realizzazione compiuta di un vero sistema pubblico e aperto a tutti, senza distinzione di censo o potere di spesa familiare. “La palese discriminazione che emerge dall’attuale sistema scolastico italiano nei confronti delle famiglie meno abbienti è stata denunciata più volte anche da noi”, ha dichiarato Fabrizio Azzolini – Presidente Nazionale A.Ge. – Associazione che riunisce i
genitori di studenti delle scuole italiane.
“Infatti, ha continuato Azzolini, mentre la Costituzione garantisce in astratto la “libertà educativa dei genitori nei riguardi dei figli” (art. 30), in concreto solo i più abbienti possono permettersi di pagare le tasse comuni a tutti ed in più le rette per la frequenza delle scuole paritarie, pubbliche pure loro. Nel caso della scuola la Repubblica non adempie all’impegno di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà (art. 3)”.
“Prendendo in esame gli studenti italiani, più di uno su dieci frequenta una scuola paritaria, mentre la spesa sostenuta dallo Stato per scuole paritarie è di circa un centesimo”.
Tenendo conto di tutto, anche dei costi di manutenzione dei giardini, degli accantonamenti, della perdita dei crediti delle famiglie, degli interessi passivi sui prestiti, dei margini ottenibili sui buoni pasto o dalle attività non curriculari, se venisse applicato il sistema del costo standard di sostenibilità per studente avremmo 17 miliardi di risparmio per le casse statali e un sistema di istruzione nazionale davvero plurale, fatto da scuole statali e paritarie, comunque veramente pubbliche. In un momento così delicato della nostra Nazione, credo, continua Azzolini, che un simile risparmio sia essenziale e di grande aiuto per tutto il popolo italiano.
“E con la possibilità di riequilibrare sotto il profilo territoriale anche il corpo docente, per rispondere ad un tema discusso proprio in queste settimane”.
È quanto ha illustrato Suor Anna Monia Alfieri, Presidente Fidae Lombardia, membro e coordinatore del Tavolo Permanente sulla Parità, Assessorato Istruzione, Formazione e Lavoro, Regione Lombardia e coautrice assieme a Marco Grumo e Maria Chiara Parola del saggio “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento. Ed. Giappichelli 2015”.
Il saggio analizza il tema del costo standard di sostenibilità per studente del sistema scolastico italiano. “Quello che emerge – aggiunge Suor Anna Monia – è un sistema in cui effettivamente la spesa dello Stato è molto superiore, anche per la scuola statale, rispetto ad un sistema in cui le scuole paritarie godono di un effettivo riconoscimento di pubblico servizio. Col risultato attuale di un sistema effettivamente discriminatorio fra famiglie abbienti e meno abbienti”.
Sembra che in questo nostro Stato non si voglia mai accettare ciò che propone la base ma che si debba accettare sempre quello che viene proposto dall’alto, ha chiosato Azzolini facendo appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro MIUR Stefania Giannini perché vogliano, sempre più, far tesoro di ciò che propongono i cittadini.
Libertà educativa e risparmio con lo standard di sostenibilità
La proposta di Fabrizio Azzolini, presidente nazionale A.Ge, per un risparmio per le casse statali e un sistema di istruzione nazionale davvero plurale