African Migrants Crossing the Mediterranean

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Scalabriniane: "Sui migranti le Nazioni usino misericordia"

Nella Giornata per le vittime dell’immigrazione, la congregazione religiosa sollecita l’impegno dei Governi sulla scia degli appelli del Papa

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“Il dono che abbiamo avuto è quello di assistere i migranti. Il nostro carisma è quello dell’accoglienza: apriamo le porte a chi ha bisogno. E’ una Chiesa in uscita e, proprio come Papa Francesco dice, vogliamo annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo. Come ha ricordato il Pontefice nel suo messaggio per la giornata delle vittime dell’ immigrazione. Dio è misericordioso verso tutti, il suo amore è per tutti i popoli. Lo devono ricordare le nazioni, specie quelle che in questi tempi preferiscono costruire muri piuttosto che ponti”.
Lo ha detto suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane, congregazione religiosa che da sempre si occupa dell’accoglienza ai migranti, in occasione della Giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione.
“Ci sono molte congregazioni religiose impegnate quotidianamente in progetti di integrazione in tutti gli angoli del pianeta. Ci sono straordinarie esperienze intercongregazionali che confermano un impegno con un linguaggio comune. Ringraziamo Papa Francesco per aver ricordato , quest’anno, il ruolo delle donne, che sanno comprendere ‘spesso più adeguatamente i problemi della gente’ e li sanno affrontare ‘mettendo in gioco ogni risorsa umana e spirituale nel costruire armonia, relazioni, pace, solidarietà, dialogo, collaborazione e fraternità'”.
” Tutti i giorni – ha aggiunto – diamo il massimo per prenderci cura della vita, il dono più alto e straordinario che Dio ha fatto agli uomini. Una missione cristiana è fatta tra i migranti e con i migranti, tra i minori, tra chi chiede aiuto, tra i più deboli. Lì noi tutte riusciamo a trovare le parole del Vangelo e riusciamo a seguire il cammino di Gesù Cristo. Lì viviamo il Dio di Misericordia”.
“Chi migra lo fa perché è in condizioni disperate. Ogni cristiano e ogni comunità deve discernere il cammino che il Signore indica – ha concluso  – Noi rispondiamo a questa chiamata seguendo il percorso delle periferie del mondo, dove vediamo il volto di Dio misericordioso in ogni migrante, coscienti che il nostro viaggio è fatto anche della proclamazione di ciò che il Signore  ci ha donato: la sua vita e il suo amore. Ogni cittadino oggi, giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione, può fare tanto, a cominciare dallo spiegare agli altri che accogliere è vita. Chiudersi è morte”.

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ZENIT Staff

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