Un risultato a sorpresa quello del referendum che si è svolto ieri in Colombia circa l’Accordo di pace firmato lunedì 26 settembre tra il Governo colombiano e il gruppo guerrigliero delle Farc: il “no” ha prevalso di poco sul “sì”. Con il 99,37% dei seggi scrutinati, i voti positivi si sono fermati al 49,76% dei voti mentre quelli negativi hanno raggiunto il 50,23%. La differenza è di meno di 60mila voti.
Il negoziato era stato accolto con favore dalla platea mondiale, incluso il Vaticano che aveva inviato anche il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, a presiedere nel giorno della cerimonia una ‘Preghiera per la riconciliazione dei colombiani’.
La Corte Costituzionale si era pronunciata nell’agosto scorso, stabilendo che qualunque fosse stato il risultato del referendum, il Governo doveva applicare il volere della popolazione. Ora, in attesa di conoscere gli effetti immediati della votazione, tutti i percorsi di pace stabiliti dal presidente Juan Manuel Santos e i leader delle Farc, dopo circa tre anni di negoziati a Cuba, saranno sospesi, incluse le procedure giuridiche per la restituzione delle terre sottratte ai contadini, il reinserimento dei militanti della guerriglia, la costituzione di un partito “pacifico” delle Formazioni rivoluzionarie colombiane, i risarcimenti alle famiglie vittime delle violenze di questi 52 anni di guerriglia.
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Colombia: il referendum respinge l’accordo di pace tra Governo e Farc
Con il 99,37% dei seggi scrutinati, i voti positivi si sono fermati al 49% dei voti mentre quelli negativi hanno raggiunto oltre il 50%