Un elogio ai cristiani azeri, che da secoli coltivano la loro fede in una condizione di minoranza e, spesso, anche di persecuzione, è arrivato stamattina da papa Francesco durante l’Angelus.
Al termine della messa nella chiesa dell’Immacolata, presso il Centro Salesiano, il Santo Padre ha dichiarato: “In questa Celebrazione eucaristica ho reso grazie a Dio con voi, ma anche per voi: qui la fede, dopo gli anni della persecuzione, ha compiuto meraviglie”.
Il Pontefice ha quindi ricordato i “tanti cristiani coraggiosi, che hanno avuto fiducia nel Signore e sono stati fedeli nelle avversità” ed ha rievocato le parole del predecessore, San Giovanni Paolo II, quando, durante la sua visita nella medesima città, nel 2002, disse ai fedeli azeri: “onore a chi credete!”.
Il pensiero di Francesco è andato poi “alla Vergine Maria, venerata in questo Paese non solo dai cristiani. A Lei ci rivolgiamo con le parole con le quali l’Angelo Gabriele Le recò il lieto annuncio della salvezza, preparata da Dio per l’umanità”.
Prima di ringraziare la comunità salesiana che lo ha ospitato, per prendersi cura dei cristiani locali e per le “diverse opere di bene” promosse, il Papa ha rivolto un “cordiale saluto” a tutti i “cari fedeli dell’Azerbaigian, incoraggiando ciascuno a testimoniare con gioia la fede, la speranza e la carità, uniti fra di voi e con i vostri Pastori”.
Bergoglio ha inoltre ringraziato anche le Missionarie della Carità, incoraggiandole a proseguire “con entusiasmo” la loro opera “al servizio di tutti”.
Dopo la recita della preghiera mariana, il Santo Padre ha dichiarato a braccio: “Qualcuno può pensare che il Papa perde tanto tempo: fare tanti chilometri di viaggio per visitare una piccola comunità di 700 persone, in un Paese di 2 milioni… Eppure è una comunità non uniforme, perché fra voi si parla l’azero, l’italiano, l’inglese, lo spagnolo, tante lingue… è una comunità di periferia”.
Ma il Papa, in questo, ha proseguito, “imita lo Spirito Santo: anche Lui è sceso dal cielo in una piccola comunità di periferia chiusa nel Cenacolo. E a quella comunità che aveva timore, si sentiva povera e forse perseguitata, o lasciata da parte, dà il coraggio, la forza, la parresia per andare avanti e proclamare il nome di Gesù!”.
“Il Papa perde il tempo come lo ha perso lo Spirito Santo in quel tempo! Soltanto due cose sono necessarie: in quella comunità c’era la Madre – non dimenticare la Madre! -; e in quella comunità c’era la carità, l’amore fraterno che lo Spirito Santo ha riversato in loro. Coraggio! Avanti! Go ahead! Senza paura, avanti!”, ha poi concluso.
Il Papa agli azeri: “Dopo gli anni della persecuzione, la vostra fede ha compiuto meraviglie”
Durante l’Angelus nella chiesa dell’Immacolata a Baku, Francesco elogia il coraggio della piccola comunità cristiana locale