“La prima cosa che devo fare con tutti voi è chiedervi scusa: dovrei essere messo in castigo come i bambini!”. Ha esordito così il Santo Padre, nel messaggio di saluto che ci ha rivolto lo scorso 28 settembre, presso la magnifica Casina San Pio V, nella Città del Vaticano.
Eravamo lì per la consultazione di esperti organizzata con grande cura dal Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace insieme con la Pontificia Accademia delle Scienze, dal titolo “Laudato si’ and the Path to COP22”.
Per un imprevisto il Papa si è presentato con qualche minuto di ritardo, e per questo ci ha chiesto scusa, con la semplicità e l’umiltà cui ci ha da sempre abituato. “Ma la seconda cosa che voglio dirvi è un grande grazie per quello che state facendo: è molto importante”.
Sotto la direzione attenta di Mons. Marcelo Sanchez Sorondo e del Card. Peter Turkson, l’intera giornata è stata dedicata all’analisi della situazione mondiale sul tema del Cambiamento Climatico, un tema che sta così a cuore al Santo Padre, come ha mostrato nella nota enciclica.
Provenienti da tutto il mondo (Stati Uniti, Francia, Canada, Cina, Giappone, sono per citare alcuni paesi) in quella splendida location che la sede della Pontificia Accademia delle Scienze, c’erano esperti di varie discipline: teologi, economisti, climatologi, biologi, giuristi, bioeticisti, ingegneri; tra le numerose associazioni e gli enti presenti la China Biodiversity Conservation and Green Development Foundation, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il WWF, la Columbia University, l’Université Paris VII Denis Diderot, l’Università della California, l’Università di Bologna.
Eravamo riuniti per alzare lo sguardo con decisione verso la prossima conferenza di Marrakech, avendo come punto di partenza lo storico accordo ottenuto a Parigi alla COP21, consapevoli dell’urgenza di affrontare un percorso che è ancora lungo ma con la certezza di volerlo percorrere assieme.
La Laudato si’ è stato il faro che ha guidato i lavori, alla luce di quel concetto così fecondo che è “l’ecologia integrale”. E integralità e interdisciplinarietà hanno segnato l’intera giornata, divisa in tre sessioni di lavoro con relazioni accurate e con un’ampia possibilità di dibattito.
Sul sito della Casina S. Pio IV è possibile consultare il programma dell’intera giornata e il nutrito gruppo di esperti, di autorità, di enti e associazioni intervenuto all’evento.
Raccontandoci alcune testimonianze ricevute di persona, il Santo Padre si è mostrato molto preoccupato per le conseguenze dei cambiamenti climatici, soprattutto in fatto di povertà: interi paesi rischiano di doversi spostare per l’innalzamento dei mari, ad esempio. Il noto interrogativo al n. 160 della Laudato si’, su quale mondo vogliamo lasciare alle future generazioni, rischia di diventare, secondo papa Francesco, una domanda ancora più drastica: “lasceremo ancora un mondo ai nostri figli?”.
Consenso unanime c’è stato attorno al tema della necessità della drastica riduzione dell’emissioni, uno sforzo necessario per una strada lunga.
Ma non c’è stato spazio per alcun pessimismo, perché come ha detto il prof. Ram Ramanathan (Università della California), “non è ancora troppo tardi”: alla dolorosa presa di coscienza del grido della terra, la Laudato si’ affianca la possibilità che abbiamo ancora di fare tanto bene e tanto del bene, abbandonando definitivamente quel paradigma tecnocratico e disumano che è alla radice della crisi ecologica.
Massimo Losito è Docente di “Bioetica ed Ecologia” e coordinatore del Diploma di Bioetica presso la Facoltà di Bioetica, Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.
Courtesy of the Pontifical Academy of Sciences
Dalla Laudato si’ verso la COP22
Il Santo Padre interviene alla consultazione in Vaticano sul Climate Change