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Mons. Forte in Terra Santa: “Non si può essere cristiani senza amare Israele”

L’arcivescovo ha accompagnato oltre 50 fedeli della diocesi di Chieti in pellegrinaggio

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“Non si può essere cristiani senza amare Israele”. Queste le parole con cui ha esordito Monsignor Bruno Forte, in pellegrinaggio diocesano in Terra Santa, visitando lo Yad Vashem, il Memoriale della Scioà, accolto dalla signora Ahuva Zachen, vicedirettore del Ministero del Turismo di Israele.
L’arcivescovo di Chieti accompagna oltre 50 pellegrini, guidati da don John Roman D’Orazio, durante il viaggio “in questa questa Terra le cui pietre assumono un significato vitale per tutti i pellegrini e che dai pellegrini stessi sono rese vive e vitali”, come è solito ricordare mons. Liberio Andreatta, Ceo dell’Opera Romana Pellegrinaggi, che ha curato l’organizzazione tecnica.
“Grazie per la vostra visita, grazie per essere giunti in questa terra, grazie per essere qui in questo luogo del ricordo, grazie per la Vostra amicizia” ha detto la signora Ahuva Zachen, vicedirettore del Ministero del Turismo di Israele, che ha accolto i pellegrini nel Museo, consegnando a tutti loro un certificato di stima da parte del Ministro del Turismo di Israele a ricordo del loro viaggio.
Un momento emozionante è stato quando, sotto la guida di mons. Forte, tutti i pellegrini e gli ospiti presenti all’incontro hanno cantato insieme in lingua ebraica lo Shema Israel, ricordando attraverso la professione di fede simbolo dell’ebraismo il legame indissolubile tra cristianesimo e Israele, la Terra che “ogni cristiano deve amare per sentirsi tale”.
“Un messaggio di dialogo, un invito al viaggio in Terra Santa, che rappresenta il luogo delle radici del cristianesimo, un mezzo per comprendere il legame insostituibile con l’ebraismo”, come ha voluto sottolineare il presule. “Ogni pellegrino è un dono insostituibile per la nostra Israele” ha dichiarato, da parte sua, Avital Kotzer Adari, direttore dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo a Milano, “il pellegrinaggio è una esperienza insostituibile, un mezzo per conoscere ed amare la Terra Santa di tutti noi. Un grazie dal profondo del cuore a monsignor Forte per questo eccezionale segno di amicizia e di amore verso Israele”.

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ZENIT Staff

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