Daily meditation on the Gospel

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Dagli umili Dio è glorificato

Meditazione della Parola di Dio di domenica 28 agosto 2016 – XXII Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Sono sempre attuali gli ammonimenti del libro del Siràcide sull’umiltà. È il cammino che ci insegna Cristo, e che garantisce l’accesso alla “Gerusalemme celeste”. Così ce lo propone chiaramente la parabola degli invitati al banchetto di nozze, in questo brano del Vangelo.
Meditazione
Una bella conferenza di P. Raniero Cantalamessa, che partiva proprio dal testo evangelico odierno, ci può aiutare ad approfondire il tema, sempre appassionante, dell’umiltà: «Cosa significa “umiliarsi”? Sono sicuro che se domandassi a varie persone cos’è per loro l’umiltà, otterrei tante risposte diverse, ognuna contenente una parte di verità, ma incomplete… Per scoprire la vera radice dell’umiltà bisogna, come sempre, rivolgersi all’unico Maestro che è Gesù. Egli ha detto: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore” (Mt 11,29). Per un po’ di tempo, confesso che questa frase di Gesù mi ha molto stupito. Infatti: dov’è che Gesù si mostra umile? Leggendo il Vangelo non si incontra mai la benché minima ammissione di colpa da parte di Gesù… La sua coscienza ci appare un cristallo: nessun senso di colpa la sfiora. Di nessun altro uomo, di nessun fondatore di religione, si legge una cosa simile. Dunque Gesù non è stato umile, se per umiltà intendiamo parlare o sentire bassamente di sé, ammettere di avere sbagliato. Allora vuol dire che l’umiltà non è proprio quella cosa che il più delle volte noi pensiamo, ma qualcos’altro che dobbiamo scoprire dai vangeli. Che cosa ha fatto Gesù per essere e dirsi “umile”? Una cosa semplicissima: si è abbassato, è sceso. Ma non con i pensieri o con le parole. No, no; con i fatti! Con i fatti Gesù è sceso, si è umiliato. Trovandosi nella condizione di Dio, nella gloria, cioè in quella condizione in cui non si può né desiderare né avere niente di meglio, è sceso; ha preso la condizione di servo, si è umiliato facendosi obbediente fino alla morte (cfr. Fil 2,6-8). Una volta iniziata questa discesa vertiginosa da Dio a schiavo, non si è fermato ancora; ha continuato a scendere, tutta la vita. Si mette in ginocchio per lavare i piedi ai suoi apostoli; dice: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22,27). Non si arresta finché non tocca il punto oltre il quale nessuna creatura può andare, che è la morte. Ma proprio là, nel punto estremo del suo abbassamento, lo raggiunge la potenza del Padre, cioè lo Spirito Santo, lo vivifica, lo risuscita e lo innalza alla sommità dei cieli… Ecco un esempio concreto, la realizzazione massima della parola: “Chi si umilia sarà esaltato”».
Preghiera:
O Signore, che ci hai insegnato con le tue parole, ma soprattutto con la tua vita ad essere umili, aiutaci ad imitare Te, mite ed umile di cuore, nel rapporto con tutti i nostri fratelli.
Agire:
Oggi mi impegnerò ad “abbassarmi”, come Cristo, nel servizio di tutti, nell’amore verso tutti.
***
Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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