Spadaro: “Papa Francesco? Non è un pacifista…”

Intervenendo al Meeting di Rimini, il direttore della Civiltà Cattolica ha illustrato l’approccio di Bergoglio alla diplomazia internazionale, in cui la misericordia rompe ogni convenzione e spariglia le carte ai fautori dello “scontro di civiltà”

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Ad un approccio superficiale, la parola “misericordia” sembrerebbe avere poco a che fare con la “diplomazia” e, ancor meno, con la “politica”. Eppure, come ha osservato il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, papa Francesco sta dando dimostrazione di come il cristianesimo, per la sua natura integrale, abbracci ogni ambito dell’agire umano e, quindi, si declini senza compromessi nella realtà della storia.
È stata intitolata proprio La diplomazia di Francesco. La misericordia come processo politico, la relazione di padre Spadaro, in uno degli ultimi appuntamenti della 37° edizione del Meeting di Rimini, introdotta e moderata da Alberto Savorana, portavoce di Comunione e Liberazione.
La “misericordia”, ha ricordato lo scrittore gesuita, non ha nulla a che vedere con i buoni sentimenti, ma è l’espressione imprescindibile di un “messaggio cristiano” che “non è ideologico” e “dice qualcosa alla storia di tutti gli uomini”.
Nel caso di papa Francesco – definito dall’imam argentino Omar Aboud, il “leader morale del mondo” – la misericordia ha anche un “valore politico”, anche perché “l’itinerario dei suoi viaggi apostolici è segnato proprio dalla misericordia”, ha aggiunto Spadaro.
Il pontefice argentino intende la misericordia come “un processo drammatico e terapeutico” che si declina in scenari storico-umani apparentemente incompatibili. In altre parole, “il tempo della misericordia non è un tempo di pace, anzi, si manifesta in un tempo drammatico”, in cui la Chiesa è realmente chiamata ad essere – come chiede il Papa – un “ospedale da campo”.
Lo stesso Bergoglio aveva un giorno utilizzato la metafora del fiume di miseria che, per quanto imponente e impetuoso, è destinato a dissolversi e disperdersi nell’immenso oceano della misericordia. La misericordia, dunque, ha il potere “mutare il significato della storia, travolgendone i detriti”.
Francesco, tuttavia, “non è un pacifista ideologico e astratto” e sa bene che “la conflittualità è una caratteristica della natura umana”. Anche per questo, i suoi viaggi pontifici sono segnati da gesti come quello della preghiera silenziosa ad Auschwitz o al Muro del Pianto, dove poggiò la sua mano. Un gesto, quest’ultimo, che, come spiegò il già citato Aboud a Spadaro, indica una volontà di “guarire una ferita”, laddove tutti “i muri sono ferite”.
Per questo, il Papa si reca in tutte le periferie lacerate del mondo: da Lampedusa, “porta d’Europa”, a Cuba, “ponte tra Nord e Sud e tra Est e Ovest”, essendo poi stata teatro dello storico incontro con il patriarca Kirill. Fino a Bangui, che, diventando scenario dell’apertura della prima Porta Santa, ha aperto una breccia di misericordia in un paese lacerato, visitato da Francesco contro tutto e tutti. “Mai vista gente più felice dei poveri di Bangui – ha commentato Spadaro – che hanno detto: ‘è venuto il Papa, siamo salvi…”.
La misericordia, ha proseguito il direttore di Civiltà Cattolica, è impregnata di un “realismo non determinista”, secondo il quale “nessuno è mai definitivamente perduto”.
Spadaro si è poi soffermato sugli aspetti più strettamente diplomatici del magistero di Bergoglio, a partire dalla sua concezione per la quale “non cerca mai i torti o le ragioni”, né parla mai di “vittime o carnefici”. Il Santo Padre è consapevole del fatto che la guerra e gli interessi economici sono strettamente legati, pertanto “le iniziative di pace sono legate alla pace sociale e all’inclusione sociale dei popoli”.
Al tempo stesso, la sua è una chiave di lettura “anti-apocalittica” dei fatti internazionali, per la quale, ad esempio, di fronte agli attentati terroristici “la sua prima reazione è quella dello sgomento, non quella dello schieramento”, spiazzando, così, quanti vorrebbero “un Papa che proclama la crociata”.
Persino ad Auschwitz, nel libro d’oro dei visitatori, ha scritto: “perdono per quel che il tuo popolo ha fatto, per tanta crudeltà”. Ha messo, cioè, “noi dalla parte del carnefice”, poiché al peccato nessuno è immune. Ha definito i terroristi “povera gente criminale”, dimostrando, una volta di più, che l’“amore specifico” del cristiano è nell’“amare il nemico”. Per questo Francesco non rinuncia a evitare una “condanna in blocco di tutto l’Islam”: in tal modo “farebbe il gioco dei terroristi che vorrebbero una guerra di religione” e “uno scontro di civiltà”.
Questa concezione bergogliana è quindi incompatibile anche con il “millenarismo apocalittico cristiano” che definisce l’avversario “asse del male”. Smontando la concezione dello “scontro finale”, il Papa individua nel fondamentalismo di qualunque marca, non un “prodotto della religione” ma una “concezione povera e strumentale” della religione stessa.
Sono svariate altre le innovazioni concettuali di Bergoglio che hanno spiazzato una parte dei fedeli, a partire dall’aver postulato la “fine dell’epoca costantiniana”: il “popolo eletto” deve quindi fuggire la “tentazione temporalista” e un possibile “intreccio di potere”.
Persino delle “radici cristiane”, egli ha una concezione inedita e sorprendente, vedendole in primo luogo nella “lavanda dei piedi”, ovvero nel servizio all’altro.
Quella di Francesco non è la diplomazia dei “trattati” ma, in primo luogo degli “abbracci”, degli “sguardi”. Il Papa è come un “medico” che misura i battito del cuore del paziente dal polso: per questo, nei suoi viaggi, ha sempre privilegiato le “periferie”, al fine di testare anche lo stato di salute del “centro”, del cuore di ogni civiltà.
L’Europa non è concepita da Bergoglio come uno “spazio”, bensì come un “processo all’interno di un mondo in movimento”. In base a ciò, la sua identità “rivela non solo chi siamo ma cosa speriamo”, ha poi concluso Spadaro.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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