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Beato il servo fidato e prudente

Meditazione sulla Parola di Dio di giovedì 25 Agosto 2016 – XXI Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
San Matteo raccoglie le parole di Gesù ai discepoli esortandoli alla vigilanza, all’attesa premurosa, come il padrone di casa che vuole garantire l’integrità dei suoi beni, o come il servo nei confronti del padrone assente, ma in procinto di tornare. San Paolo scrive, testimoniando così la sua sollecitudine pastorale, all’amata comunità di Corinto, da lui fondata, per esortarla alla perseveranza nel dono ricevuto della fede in Gesù Cristo. È la realizzazione della vigilanza cristiana.
Meditazione
Nelle lettere di san Paolo si può sentire tutta la “forza di espansione” di un Cristianesimo in cui la memoria di Cristo risorto è viva e costituisce una spinta interiore inarrestabile. «Egli vi renderà saldi fino alla fine» dice l’apostolo. Il paragone che Gesù ci offre nel brano del Vangelo di oggi, è molto significativo e aiuta a prendere coscienza che la vita ci è donata per realizzare una missione che ci porterà, se ci impegniamo, a raggiungere una gioia ed una realizzazione piena. È commovente ricordare a questo proposito alcune delle parole che Giovanni Paolo II ha lasciato scritte nel suo testamento: «Totus Tuus ego sum. Nel Nome della Santissima Trinità. Amen. “Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (cfr. Mt 24,42). Queste parole mi ricordano l’ultima chiamata, che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirlo e desidero che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento. Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus. Nelle stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa, e anche la mia Nazione e tutta l’umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera, affinché la Misericordia di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità… Esprimo la più profonda fiducia che, malgrado tutta la mia debolezza, il Signore mi concederà ogni grazia necessaria per affrontare secondo la Sua volontà qualsiasi compito, prova e sofferenza che vorrà richiedere dal Suo servo, nel corso della vita. Ho anche fiducia che non permetterà mai che, mediante qualche mio atteggiamento: parole, opere o omissioni, possa tradire i miei obblighi in questa santa Sede Petrina… A tutti voglio dire una sola cosa: “Dio vi ricompensi”! “In manus Tuas, Domine, commendo spiritum meum”».
Preghiera
Signore, che mi hai voluto esortare alla vigilanza e all’attesa operosa, sii luce nel mio cammino, per discernere sempre la tua volontà. Rimani con me e fa’ che io non mi separi da te, sii mio sostegno e fa’ che anch’io possa essere un sostegno per i miei fratelli.
Agire
Cercherò di comprendere meglio la mia missione specifica e mi impegnerò a realizzarla.
 

Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.  

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ZENIT Staff

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