Situazione drammatica nel Centro Italia dove una serie di scosse telluriche, cominciate alle 3.36, ha colpito una vasta zona causando ingenti e gravissimi danni al patrimonio immobiliare privato e pubblico, ma anche a infrastrutture come strade, autostrade, ponti e gallerie. Il movimento tellurico è stato avvertito distintamente in Lazio, Marche, Abruzzo, Umbria, Emilia Romagna.
Accumoli e Amatrice sarebbero le due località più danneggiate, con diverse vittime, tra cui bambini. La scossa più violenta è stata di magnitudo 6.0 con epicentro vicino Accumoli, paese in provincia di Rieti nel Lazio, con ipocentro a soli 4 chilometri di profondità. Lì sono sei i morti accertati, ma si teme per la sorte di altri abitanti, circa 300 in totale.
Amatrice è stata invece quasi completamente devastata, come confermano i filmati e le fotografie postati sui social network. “Il paese non c’è più. Sotto le macerie ci sono decine di persone” ha detto il sindaco Sergio Pirozzi. La Croce Rossa locale parla pure di un ponte pericolante, quello di Tre Occhi, che costringe ad entrare nel paese solo a piedi rallentando i soccorsi e di una importante fuga di gas. Intanto si cercano tre suore e quattro anziani che erano insieme in un istituto, probabilmente il convento della Congregazione delle suore s. Dorotea.
Dieci persone sono invece morte a Pescara del Tronto, una delle frazioni più colpite di Arquata, dove sono in corso le ricerche di due bimbe bloccate sotto le macerie. Altri due bambini sono stati invece recuperati vivi da sotto le macerie, salvati dalla nonna, presso cui erano ospiti, che alle prime scosse li aveva fatti riparare sotto il letto. La donna è invece ancora intrappolata e comunica coi soccorsi da sotto le macerie.
Mentre la Protezione Civile è attiva per raggiungere, con difficoltà, le zone più lontane, continuano intanto ad aumentare le segnalazioni sui danni rilevanti a edifici di culto, tra cui anche il Duomo di Urbino dove sono stare rilevate alcune crepe. La curia di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia sta effettuando le prime verifiche alle tante chiese presenti in diocesi. Si teme, in particolare, per lo stato della struttura di San Giovanni, situata nel pieno centro storico di Macerata e soggetta, come noto, a lavori di recupero architettonico.
È stata pubblicata infatti una nota – ripresa dal Sir – in cui si precisa che, su ordine del vescovo Nazzareno Marconi, “tutte le Chiese dovranno rimanere chiuse finchè non verranno apportati tutti gli opportuni controlli a livello di agibilità da parte delle autorità preposte”. Le operazioni proseguiranno sicuramente fino al tardo pomeriggio e, da parte dei parroci, sarà necessario mettere un cartello per avvisare i fedeli.