Ponti o muri. Il futuro dell’Europa

Al Meeting di Rimini, incontro fra i ministri dell’Interno di Italia e Germania. De Maizière: “Pronti ad accogliere altri migranti”; Alfano: “Decisione importante per il futuro dell’Europa”

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La questione della ricollocazione dei migranti può essere affrontata sotto due punti di vista: con la ragione e con il cuore. Nessuno dei due sentimenti deve però prevalere. Occorre un equilibrio, ma ciò non è facile. È quanto sostiene il Ministro Federale dell’Interno tedesco, Thomas de Maizière, invitato insieme al ministro dell’Interno, Angelino Alfano all’incontro di ieri sera al Meeting di Rimini  dal titolo “Ponti o muri. Il futuro dell’Europa”. A moderare l’incontro Federico Fubini, giornalista economico del Corriere della Sera.
Il faccia a faccia fra i due ministri, durato due ore, è stato costruttivo e in buona parte convergente. Italia e Germania sono in sintonia anche sul tema della redistribuzione dei flussi migratori. Nessuno stato deve essere lasciato solo, occorre unità e collaborazione. La platea del Meeting di Rimini è testimone dell’accordo fra i due ministri sul delicato tema della redistribuzione dei flussi “Ci siamo parlati oggi prima dell’incontro – dice Thomas de Maizière – la Germania è disponibile a partire da settembre a proseguire nell’impegno di accogliere altri migranti, ma a certe condizioni”.
Il riferimento è alla legge sull’integrazione approvata, a maggio, dal consiglio dei ministri tedesco. “Una pietra miliare”, come l’ha definita Angela Merkel. I punti cardine su cui si basa sono sostanzialmente due: accesso più facile al mercato del lavoro, ma anche sanzioni per chi si rifiuta di imparare il tedesco e di integrarsi in Germania.
Alla notizia plaude il Ministro Alfano: “È una decisione importante per un motivo: ora nessun paese in Europa può sottrarsi dalle sue responsabilità”. Per il capo del dicastero italiano è la dimostrazione di un grande senso di responsabilità della Germania, in linea con l’accordo sancito da tutti gli stati europei.
Per De Maizière il futuro dell’Europa è accogliere, fare ponti per le popolazioni che fuggono dalle guerre, non alzare muri, ma con prudenza. L’integrazione è il primo vincolo che pone la legge. “Si all’accoglienza, ma ogni persona deve imparare la lingua tedesca, le tradizioni, la cultura, rispettare le leggi; queste la condizioni per ricevere sussidi e lavoro” – sottolinea. Applausi del pubblico. “Coloro che hanno bisogno di protezione – dice – la ricevono, coloro che non hanno prospettive o intendono venire in Germania solo per migliorare le condizioni di vita non potranno stare nel paese”.
Alfano aggiunge che la tolleranza e il dialogo con le comunità musulmane in Italia sono elementi di democrazia. A Roma nella riunione con i gruppi di preghiera – sottolinea – si è detto che “la professione della religione è una libertà riconosciuta dalla costituzione, ma non sempre può essere concessa; mi riferisco agli imam espulsi dal paese e alle prediche che incitano alla violenza, che non tolleriamo”.
Interpellato sulla questione del burqa in Germania il ministro ha risposto in maniera netta. “Abbiamo raggiunto un compromesso che non vuol dire divieto assoluto dell’uso del velo per le donne in quanto principio previsto nella costituzione”. Il divieto però è esteso alle scuole, alle università, alle manifestazioni, a chi ricopre cariche pubbliche”.
L’accordo con la Turchia sui flussi migratori e la questione libica sono stati altri due temi caldi toccati nell’incontro. Per Alfano “l’accordo va fatto e condiviso a livello europeo”, i rischi di un suo slittamento avrebbero ripercussioni sulla sicurezza e aprirebbero i cancelli per una nuova odissea migratoria lungo la rotta balcanica. Lo stesso dicasi per la Libia. Anche per il collega tedesco l’accordo va fatto e ci sono buone possibilità di realizzarlo.
In conclusione riferendosi alle ottime performance degli atleti tedeschi alle Olimpiadi di Rio, De Maizière dice che su questioni di rilevanza internazionale “come nello sport del canottaggio i quattro rematori devono intendersi e remare tutti con allo stesso modo, così anche gli stati europei devono dare lo stesso impegno, quando è necessario”.

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ZENIT Staff

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