Statue of Our lady of Fatima in the Portugal sanctuary

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Rio de Janeiro. Baldisseri benedice nuova cappella nel santuario della Madonna di Fátima

Il segretario generale del Sinodo, il 12 agosto, ha posto la prima pietra della cappella per l’adorazione nata da una richiesta del Papa durante il viaggio del 2013

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A Rio de Janeiro ci sarà presto una piccola cappella dove donne e uomini si daranno il cambio per adorare senza interruzioni il Santissimo Sacramento “per il Papa, per il suo servizio alla Chiesa e le sue intenzioni, assecondando una precisa richiesta della Vergine di Fátima”. A benedire e collocare la prima pietra della cappella, nella mattina del 12 agosto scorso, è stato il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che ha visitato appunto il santuario di Nostra Signora di Fátima a Rio de Janeiro, la città che sta ospitando proprio in questi giorni le Olimpiadi.

Lo riferisce L’Osservatore Romano, spiegando che il cardinale — che in Brasile ha trascorso quasi un decennio come nunzio apostolico dal 2002 al 2012 — ha avuto parole di incoraggiamento per l’iniziativa dell’adorazione eucaristica quotidiana che l’associazione Tarde com Maria porta avanti in questo santuario già da tempo, con grande partecipazione di persone. E, ha aggiunto: “Ho appreso con piacere che Papa Francesco, in occasione del viaggio apostolico del 2013, ha fatto visita alla residenza Assunzione e in quel luogo, avendo saputo che ogni giovedì l’adorazione eucaristica è celebrata secondo le sue intenzioni, ha chiesto di pregare per lui ogni giorno”.
Proprio da questa richiesta diretta del Pontefice è nata l’idea di una cappella per l’adorazione al Santissimo. Del resto, ha ricordato il porporato, “fin dalla prima apparizione pubblica successiva alla sua elezione al soglio pontificio, Papa Francesco ci ha abituati a una richiesta insistente: ‘Per favore, pregate per me!’. Egli non perde occasione per rinnovare al popolo cristiano questo invito”. Ed è significativo, ha spiegato, che “in questo santuario mariano, che adesso è pure un santuario eucaristico, voi avete preso sul serio questa domanda, impegnandovi quotidianamente a sostenere il ministero del successore di Pietro con la vostra preghiera adorante”.
Nell’omelia della messa, il cardinale ha anzitutto ricordato l’ormai imminente commemorazione del primo centenario delle apparizioni mariane a Fátima. E ha voluto rimarcare che proprio nel santuario di Rio c’è “l’unica replica al mondo della cappellina di Cova d’Iria, il luogo dove la Vergine santa ha parlato a tre giovani pastorelli — Giacinta, Francesco e Lucia — per rivolgere attraverso di loro all’umanità intera un invito alla conversione”.
Riferendosi poi alla liturgia del giorno, il cardinale Baldisseri ha insistito sulla parola “gioia”. E “non potrebbe essere diversamente, perché dove c’è Cristo e dove c’è sua Madre non può mancare la gioia”. È proprio “la gioia di cui Papa Francesco ci parla fin dall’inizio del suo pontificato e che, non per caso, dà il nome all’esortazione apostolica Evangelii gaudium, vero ‘manifesto’ programmatico del suo ministero petrino”.
Più recentemente, ha affermato il porporato, “al termine di un intenso cammino sinodale durato oltre due anni, il Santo Padre è tornato sul tema della gioia, questa volta con riferimento alla famiglia che, nonostante le tante difficoltà del momento presente, resta l’ambiente principale in cui può sorgere e svilupparsi l’autentica gioia”.
È dunque “la gioia che sempre caratterizza i cristiani — ha insistito — ma aggiungerei che proprio la gioia in tutto il mondo rende famoso il popolo brasiliano, un popolo straordinario che ricordo con affetto e al quale mi sento profondamente legato, avendo trascorso in questa terra un periodo di oltre nove anni come rappresentante del Santo Padre”.
Il porporato ha centrato poi la sua meditazione su Maria. “In questo momento — ha confidato — tornano alla mente le parole che il beato Paolo VI in occasione di un altro giubileo, quello del 1975, volle dedicare al tema della gioia in un documento di rara bellezza intitolato Gaudete in Domino”.
In quel testo, ha spiegato, “non manca un riferimento a Maria Santissima: vicina al Cristo, essa ricapitola in sé tutte le gioie, essa vive la gioia perfetta promessa alla Chiesa: Mater plena sanctae laetitiae; e giustamente i suoi figli qui in terra, volgendosi verso colei che è madre della speranza e madre della grazia, la invocano come la causa della loro gioia: Causa nostrae laetitiae”.
Queste linee di riflessione mariane ed eucaristiche sono state riprese dal cardinale anche nella celebrazione presieduta il 13 agosto, con l’invito a tutti a diventare senza indugi “evangelizzatori con Spirito”. Nell’occasione il porporato ha scelto l’immagine del fuoco per auspicare “una rinnovata Pentecoste su di noi, sulle nostre comunità, sulla Chiesa e sul mondo intero”.
Perché, ha spiegato, “non può esserci rinnovamento missionario della Chiesa senza l’azione dello Spirito Santo. La ‘riforma’ non è opera dell’uomo, ma di Dio, e siamo da lui chiamati a prestare umilmente la nostra collaborazione”. Il cardinale ha poi parlato delle “divisioni” che spesso lacerano i rapporti familiari. E ha ricordato che “anche quando siamo respinti dai nostri familiari e conoscenti, non dobbiamo stancarci di pregare per loro, di perdonare le offese, di promuovere la riconciliazione”.
Il cristiano, infatti, “cerca di restaurare l’unità con la sua preghiera, la sua pazienza e la sua misericordia. Se fossimo capaci di vivere queste virtù all’interno delle nostre famiglie, quante fratture potrebbero essere risanate!”. Da qui l’invito: “Reimpariamo a pregare in famiglia, anche servendoci della preghiera semplice e bella del Rosario: prendiamo a modello la Santa Famiglia di Nazaret, scuola di preghiera, di perdono e di accoglienza”.
[Fonte: L’Osservatore Romano]

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ZENIT Staff

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