Angelus 30 August 2015

Angelus (30/08(2015) - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

Papa: "La vita è seria non è un videogioco. E la porta è stretta ma spalancata per tutti"

Nell’Angelus, Francesco prega per la pace in Turchia ed esorta ad uscire da “egoismi e chiusure”, ricordando che “Dio accoglie tutti, senza distinzioni”

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La nostra vita è una cosa “seria”, non è mica “un videogioco o una telenovela” e “l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna”. Una salvezza che il Signore dona continuamente, giorno dopo giorno, a chiunque, attraverso una porta apparentemente “stretta”, ma in realtà “spalancata per tutti”. È un messaggio di consolazione e di tenerezza, che va di pari passo all’appello ad uscire da “egoismi e chiusure”, quello che lancia Papa Francesco dalla finestra del Palazzo Apostolico da dove recita l’Angelus insieme a centinaia di fedeli in piazza San Pietro.
Il Pontefice invoca la pace per la “cara Turchia”: “Mi ha raggiunto la triste notizia dell’attentato sanguinario che ieri ha colpito” il paese, provocando circa 30 morti e numerosi feriti. “Preghiamo per le vittime, per i morti e i feriti e chiediamo il dono della pace per tutti”, dice il Papa.
Nella sua catechesi prima della preghiera mariana, meditava invece sul tema della salvezza a partire dal racconto dell’evangelista Luca che riporta il dialogo di Gesù, in viaggio verso Gerusalemme, e un tale che gli domanda: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Gesù “non dà una risposta diretta”, ma usa “l’immagine della porta” per “far capire ai suoi ascoltatori che non è questione di numero – quanti si salveranno – , non importa sapere quanti, ma è importante che tutti sappiano quale è il cammino che conduce alla salvezza”.
“Tale percorso prevede che si attraversi una porta”, spiega il Papa. Che domanda: “Ma dov’è la porta? Com’è la porta? Chi è la porta? Gesù stesso è la porta. Lo dice Lui nel Vangelo di Giovanni; “Io sono la porta”. “Lui ci conduce nella comunione con il Padre, dove troviamo amore, comprensione e protezione”.
Ma c’è un’altra domanda: “Perché questa porta è stretta?”. “È una porta stretta non perché sia oppressiva, ma perché ci chiede di restringere e contenere il nostro orgoglio e la nostra paura, per aprirci con cuore umile e fiducioso a Lui, riconoscendoci peccatori, bisognosi del suo perdono”, spiega Bergoglio.
È stretta, quindi, “per contenere il nostro orgoglio, che ci gonfia” e “per restringere la nostra paura”. È stretta, sì, “ma sempre spalancata per tutti”, perché “Dio non fa preferenze, ma accoglie sempre tutti, senza distinzioni”. “La salvezza che Egli ci dona – incalza il Pontefice – è un flusso incessante di misericordia, che abbatte ogni barriera e apre sorprendenti prospettive di luce e di pace. La porta stretta ma sempre spalancata: non dimenticatevi di questo”.
“Gesù – prosegue – oggi ci rivolge, ancora una volta, un pressante invito ad andare da Lui, a varcare la porta della vita piena, riconciliata e felice. Egli aspetta ciascuno di noi, qualunque peccato abbiamo commesso, per abbracciarci, per offrirci il suo perdono. Lui solo può trasformare il nostro cuore, Lui solo può dare senso pieno alla nostra esistenza, donandoci la gioia vera”.
Perciò entrando per la porta di Gesù, “noi potremo uscire dagli atteggiamenti mondani, dalle cattive abitudini, dagli egoismi e dalle chiusure”, afferma Papa Francesco. “Quando c’è il contatto con l’amore e la misericordia di Dio, c’è il cambiamento autentico. E la nostra vita è illuminata dalla luce dello Spirito Santo: una luce inestinguibile!”.
Il Papa fa quindi una proposta ai fedeli venuti in piazza per pregare con lui: “Pensiamo adesso, in silenzio, per un attimo alle cose che abbiamo dentro di noi e che ci impediscono di attraversare la porta: il mio orgoglio, la mia superbia, i miei peccati. E poi, pensiamo all’altra porta, quella spalancata dalla misericordia di Dio che dall’altra parte ci aspetta per dare il perdono”.
“Il Signore – dice – ci offre tante occasioni per salvarci ed entrare attraverso la porta della salvezza. Questa porta è l’occasione che non va sprecata: non dobbiamo fare discorsi accademici sulla salvezza, come quel tale che si è rivolto a Gesù, ma dobbiamo cogliere le occasioni di salvezza”. Perché, come ricorda il Vangelo, “a un certo momento il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta”.
Allora un’altra domanda: “Ma se Dio è buono e ci ama, perché chiuderà la porta a un certo punto?”. “Perché – spiega Francesco – la nostra vita non è un videogioco o una telenovela; la nostra vita è seria e l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna”. Le ultime parole sono una preghiera a Maria, Porta del Cielo, affinché possa “aiutarci a cogliere le occasioni che il Signore ci offre per varcare la porta della fede ed entrare così in una strada larga: è la strada della salvezza capace di accogliere tutti coloro che si lasciano coinvolgere dall’amore. È l’amore che salva, l’amore che già sulla terra è fonte di beatitudine di quanti, nella mitezza, nella pazienza e nella giustizia, si dimenticano di sé e si donano agli altri, specialmente ai più deboli”.
Dopo la recita dell’Angelus, Bergoglio saluta un gruppo di motociclisti del Polesine, insieme ai fedeli di Kalisz (Polonia), Gondomar (Portogallo) e i nuovi seminaristi del Pontificio Collegio Nord Americano. Un pensiero speciale va ai pellegrini di Verona “giunti in pellegrinaggio a piedi” e ai giovani di Padulle, “venuti per un servizio alla mensa della Caritas di Roma”. Poi la tradizionale formula di congedo: “A tutti auguro una buona domenica. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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