Tania Kassis: dal Meeting speranza per il mondo

La cantante libanese, ospite a Rimini, ricorda attraverso la musica che “solo riconoscendo l’altro possiamo completarci e vivere insieme”

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“È un grande onore essere qui al Meeting di Rimini, un luogo che sprigiona un’impressionante energia e un senso di speranza, in questi tempi difficili segnati da un grande bisogno di tutto questo”. Con queste parole la cantante libanese Tania Kassis, ha introdotto ieri lo spettacolo inaugurale della manifestazione riminese che l’ha vista protagonista insieme a Tosca e Mirna Kassis.
“Sono onorata come cittadina del Libano” ha detto la soprano libanese, “che secondo Giovanni Paolo II non era solo un Paese, ma anche un messaggio di speranza per il mondo. È proprio così, nella mia terra ci sono 18 comunità e 18 confessioni diverse che riescono a convivere pacificamente, malgrado le difficoltà, facendo leva su ciò che unisce. Anche per questo la mia presenza ha un valore simbolico: porto con me il Libano e il suo messaggio di pace”.
Durante lo spettacolo “Un solo canto” è stata eseguita un’Ave Maria islamo-cristiana, che da qualche tempo è il fulcro dei recital che la vocalist propone nei teatri di tutto il mondo.
“Nel nostro Paese la Vergine è venerata da cristiani e musulmani – ha spiegato la Kassis – e festeggiamo insieme una festa islamo-cristiana. Solo riconoscendo l’altro possiamo completarci e vivere insieme, come ci insegna il titolo del Meeting di quest’anno “Tu sei un bene per me”.
“Sul palco al mio fianco ci sono due grandi cantanti – Tosca e Mirna Kassis – e interpreteremo vicendevolmente canzoni delle nostre differenti tradizioni. Spero che il nostro messaggio di speranza raggiunga tutti, soprattutto i giovani che spesso davanti alle difficoltà di questo tempo sembrano scoraggiati”.
“La musica è la metafora delle relazioni umane”, è stata la conclusione di Tania Kassis, “coniugando la diversità si può creare bellezza. Ognuno ha una propria unicità, ma insieme si può creare una melodia armoniosa. Mi auguro che il pubblico possa uscire con uno sguardo diverso”.
“In un momento come questo in cui ci sono tante barriere e divisioni – ha sottolineato Tosca – abbiamo voluto proporre un evento che rappresentasse musicalmente una comunione, uno scambio, mescolando le nostre culture”.
“Io sono discendente di emigranti. – ha aggiunto – Per me essere in un nuovo posto è una cosa unica, fa bene al posto dove vai e a quello dove torni. Comunicare attraverso la musica, stare insieme, “to play” è lo spirito di questa serata. Dal progetto del disco ‘Il suono della voce’ è iniziato questo viaggio in musica attraverso il mondo, ad esempio adattando in francese il testo di una canzone come ‘Marzo’ di Salvatore Di Giacomo, così come evidenziano assonanze musicali tra il romanesco e il portoghese”.
Mirna Kassis, giunta dalla Siria “con una valigia di migrante” in Italia dove si è diplomata al Conservatorio, ha raccontato “Ho conosciuto in questi quattro anni di permanenza una tradizione diversa di cui mi sono innamorata così come in precedenza della musica bizantino-ortodossa e di quella araba. Un insieme di culture che ho come racchiuso dentro il mio corpo”.

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ZENIT Staff

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