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Il cammino dell’umiltà cristiana

Meditazione sulla Parola di Dio di sabato 20 agosto 2016 – San Bernardo, Abate e Dottore della Chiesa (memoria)

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Lettura
La condanna dell’atteggiamento dei farisei e degli scribi è rivolta non tanto alle loro parole, quanto all’incoerenza di una vita che non riflette quanto viene predicato e che invece è così poco misericordiosa col prossimo. Gesù indica il cammino che ogni vero credente dovrà seguire: quello dell’umiltà, del servizio. Allora Dio veramente tornerà ad abitare nel suo tempio, come profetizza Ezechièle; allora, Egli prenderà dimora tra di noi.
Meditazione
I farisei, il cui nome significava “osservanti”, nel loro desiderio di fedeltà assoluta alla legge di Mosè, erano caduti in un atteggiamento di legalismo e nell’incoerenza di una vita vissuta all’esterno, fatta di precetti umani, ma svuotati del loro significato veramente spirituale e lontani dall’essenza della legge divina, che aveva il suo centro nella misericordia. E per Gesù il presupposto necessario per entrare nel cammino dell’amore è l’atteggiamento dell’umiltà. Che cos’è l’umiltà cristiana? E come metterla in pratica? La parola stessa, nella sua radice latina humus, cioè terra, ci fa pensare a ciò che è basso, che è sottomesso, che è al di sotto. E dietro questa parola si cela una grande virtù che risulta fondamentale nel cammino della vita spirituale. Non c’è vera santità, senza la pratica dell’umiltà. L’umiltà si fonda su due basi: la verità e la giustizia; la verità attraverso la quale ci conosciamo così come siamo… A santa Teresa d’Avila piaceva ripetere: “L’umiltà è camminare nella verità”. E la giustizia che ci inclina ad agire secondo questa conoscenza. Dio benedice l’anima umile. Gesù stesso ha insegnato questa virtù con le sue parole e con la sua vita ed è giunto a dire: «Imparate da me che sono mite ed umile di cuore!». A questo proposito san Bernardo scriveva in una frase incisiva: «Noi impariamo l’umiltà del cuore da Colui che “Spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo” (Fil 2,7), da Colui che quando fu richiesto per essere fatto re, fuggì; invece quando fu ricercato per essere coperto di oltraggi e condannato all’ignominia e al supplizio della croce, si offrì di propria spontanea volontà». La frase con cui il Signore conclude la sua esortazione ai presenti, nel brano di oggi, ci aiuta a comprendere ancora meglio quanto voleva insegnarci: «Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Ecco come mettere in pratica questa virtù! Essere servitori di tutti, come insegna anche Maria, che, chiamata dall’angelo “piena di grazia”, rispose “Ecco la serva del Signore”.
Preghiera
O Gesù, insegnaci il cammino dell’umiltà, che è il cammino della verità, della certezza del tuo amore infinito e dell’elezione ad essere con te e come te, servitori solerti dei nostri fratelli.
Agire
Oggi cercherò di esercitarmi nella virtù dell’umiltà, del servizio attivo a tutti i miei fratelli.

Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it
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ZENIT Staff

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