Vitello d'Oro, Niccolò Possino - Wikimedia Commons

Il giusto rapporto con le creature

Meditazione quotidiana di martedì 16 Agosto, XX Settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Chi ha il cuore legato alle ricchezze o alle sue proprie capacità non è in grado di scoprire la bellezza dell’amore di Dio che è Padre e Creatore, perché è pago di se stesso. Il principe di Tiro, narra il brano di Ezechièle, s’insuperbisce e prepara la sua propria disfatta. E il Vangelo ci aiuta a capire che solo nell’umiltà e nel distacco del cuore dai beni materiali ci è rivelata la via della salvezza.
Meditazione
“In verità io vi dico, difficilmente un ricco entrerà nel Regno dei cieli”. Queste parole di Gesù, dice l’evangelista Matteo, lasciano costernati i discepoli. Esse sono pronunciate dopo l’episodio del giovane ricco, che si era avvicinato a Gesù per chiedere cosa fare per entrare nel Regno dei cieli. Gesù gli aveva prima indicato la via dei comandamenti e poi lo aveva invitato a seguirlo, lasciando tutto. Egli, possessore di molti beni – come specifica il Vangelo –, non fu capace di rispondere e si ritirò triste.
Ecco allora l’insegnamento di Gesù. Molti nella storia, in un certo senso, hanno tentato di far entrare con forza il cammello nella cruna di un ago e non ci sono riusciti. Il rapporto con i beni materiali è esigente ed ha un presupposto: quello di non essere possessori, ma amministratori di qualcosa che ci è stato donato. Altrimenti quella “creatura”, direbbe sant’Ignazio di Loyola, potrebbe sconvolgere l’ordine delle priorità nella nostra vita e prendere in qualche caso il primo posto.
Ben diceva sant’Agostino, dopo la faticosa conversione: “Ci hai fatti, Signore, per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te!”. Solo in Lui l’uomo trova la vera pace, solo in Lui sappiamo dare il giusto valore a tutte le creature che sono un dono meraviglioso venuto dalla mano del Creatore. Papa Francesco, nella Evangelii Gaudium, ci mette in guardia: «La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi idoli.
L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr. Es 32,1-35) ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano» (EG, n. 55). Solo tenendo Dio al primo posto sapremo usare i beni terreni affinché ci aiutino a compiere il fine della nostra vita.
Preghiera:
Dalla preghiera di papa Francesco a Maria: «Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione, del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell’amore verso i poveri, perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce» (EG, n. 288).
Agire:
Cercherò di vivere il rapporto con i beni terreni come un mezzo che il Signore mi offre per la mia santificazione e per aiutare il mio prossimo.
Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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