La prima parte di questo articolo è stato pubblicato il 9 agosto La basilica di Santa Maria Maggiore (prima parte)
Nel mosaico della parete di fondo vediamo l’Agnello di Dio assiso su un trono. L’Agnello è attorniato da sette candelabri tre a destra e quattro a sinistra. Il numero sette nella bibbia richiama il compimento, la pienezza e dunque la perfezione. È la somma, proprio come possiamo vedere nel mosaico, del tempo simboleggiato dal numero tre (il passato, il presente e il futuro) e dello spazio simboleggiato dal numero quattro (i quattro punti cardinali).
All’Agnello fanno corona i simboli dei quattro evangelisti: toro (=Luca), angelo (=Matteo), aquila (=Giovanni) e leone (=Marco). Anche 24 uomini anziani stanno in piedi davanti all’Agnello: 12 a sinistra (rappresentano i 12 figli di Giacobbe e dunque l’Antico Testamento) e 12 a destra (rappresentano i 12 apostoli e dunque il Nuovo Testamento). Tutta la composizione evoca la pienezza dei tempi, la definitiva vittoria dell’Agnello di Dio sul peccato e sulla morte ed è tratta dal quarto e dal quinto capitolo dell’Apocalisse di Giovanni.
Venendo al mosaico dell’abside, vediamo un grande festone al cui centro c’è un clipeo col monogramma di Cristo (XP, iniziali in greco del nome CRISTOS), l’Alfa e l’Omega (prima e ultima lettera dell’alfabeto greco e che dunque significano che Cristo è inizio e fine di tutte le cose).
Al centro del mosaico, vediamo Cristo nell’atto di incoronare Maria. La Vergine condivide con suo figlio il trono della gloria. Entrambi poggiano i loro piedi su uno sgabello, simbolo della loro signoria sull’universo, rappresentato dal sole, dalla luna e dalle stelle visibili poco più in basso. Tutta la scena è sorretta da 18 angeli, 9 a destra e 9 a sinistra.
Sulla sinistra troviamo San Francesco con il saio e le 5 piaghe della passione. Non dobbiamo dimenticare che il mosaico è stato eseguito per volontà di Nicolò IV, primo francescano nella storia ad essere salito sul Soglio di Pietro, che ha voluto omaggiare i santi più importanti del proprio ordine: Francesco e Antonio da Padova (rappresentato simmetricamente rispetto a Francesco). Vediamo poi San Paolo con un cartiglio con scritto “Per me vivere è Cristo”; San Pietro con un cartiglio con scritto “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Infine, vediamo Nicolò IV, il papa che ha commissionato il mosaico, inginocchiato e più piccolo rispetto alle altre figure, in segno di umiltà. Il Pontefice indossa una casula e delle scarpe rosse, la tiara (con una sola corona), il pallio (simbolo della pecorella che il vescovo, come il buon pastore, deve mettersi sulle spalle) e le chiroteche, cioè dei guanti bianchi con delle croci.
Sulla destra invece troviamo il cardinale Pietro Colonna, arciprete della basilica quando il mosaico venne realizzato, che indossa la mitria (il copricapo dei vescovi) e la casula verde; San Giovanni Battista con un cartiglio con scritto “Ecco l’Agnello di Dio”; San Giovanni Evangelista con un cartiglio con scritto “In principio era il Verbo” (cioè con le prime parole del suo vangelo) e Sant’Antonio da Padova col saio.
Nella parte inferiore, fra le finestre dell’abside, ci sono 5 mosaici che narrano alcuni episodi legato alla Natività e a Maria. Nel primo vediamo l’angelo Gabriele che porta l’annuncio della nascita di Gesù a Maria che è seduta su un trono. Nel secondo Maria giace nella grotta dopo aver partorito Gesù. Il bambino è adagiato nella mangiatoia avvolto in fasce.
L’immagine è semplice e a tutti nota, eppure è piena di simbologie non sempre facili da cogliere. Questa immagine della Natività prefigura il destino di Gesù: la grotta ci ricorda il sepolcro; la mangiatoia, oltre a suggerirci che Gesù offrirà se stesso come cibo di salvezza, ricorda una bara; anche le fasce che lo avvolgono ricordano quelle funebri con le quali venivano avvolti i defunti. Il quinto mosaico, quello centrale, ci mostra la Dormizione della Madonna: la Vergine giace stesa sul letto, intorno a lei ci sono gli apostoli e Cristo prende in braccio l’anima della madre, rappresentata come una fanciulla, perché solo chi si fa piccolo come un bimbo entrerà nel Regno dei Cieli.
Nel quarto mosaico i magi offrono i loro doni a Gesù oro (=regalità), incenso (=divinità) e mirra (=incorruttibilità del corpo). I magi hanno uno la barba bianca, uno la barba marrone e uno è imberbe, simbolo delle tre età dell’uomo (vecchiaia, maturità e giovinezza). Nel quinto ed ultimo mosaico i genitori di Gesù presentano il loro piccolo nel Tempio di Gerusalemme: Giuseppe offre due colombi, Maria sorregge in braccio Gesù Bambino, il vecchio Simeone, insieme alla profetessa Anna, si prepara ad accoglierlo con le mani coperte in segno di rispetto.
La Basilica di Santa Maria Maggiore (seconda parte)
È la più antica chiesa dedicata al culto della Madonna ed è una delle 4 basiliche papali di Roma