Un’alleanza eterna

Meditazione quotidiana di Venerdì 12 Agosto 2016 – della XIX Settimana del Tempo Ordinario, Feria

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Lettura
Il brano del profeta Ezechièle, che manifesta la gratuità dell’elezione divina nei confronti del suo popolo e la sua fedeltà costante, nonostante il peccato e l’abbandono, è un punto di riferimento anche per l’uomo nei rapporti con i suoi simili, e in modo particolare nella relazione tra l’uomo e la donna. Gesù, riprendendo la rivelazione vetero-testamentaria, mette di nuovo in luce la grandezza del piano di Dio sul matrimonio e la famiglia.
Meditazione
«Stabilirò con te un’alleanza eterna»: così si esprime Ezechièle, trasmettendo la parola di Dio. Questa alleanza eterna Dio la realizza con il mistero dell’incarnazione del suo Figlio, e con la sua passione e risurrezione. È una conseguenza del suo amore, di quella comunione di amore che esiste nel seno della Santissima Trinità; un mistero che ci è stato rivelato in Gesù Cristo. Questa prospettiva illumina il rapporto tra l’uomo e la donna e la chiamata ad una unione indissolubile, che ricalca in qualche misura il modo con cui Dio ha voluto amare l’uomo: nella fedeltà, che è frutto dell’amore.
“Non sono più due, ma una sola carne. L’uomo non divida ciò che Dio ha congiunto”. Ci possono sembrare “forti” queste parole di Gesù. Agli apostoli pure parvero parole dure e difficili da mettere in pratica; il Vangelo ci trasmette l’espressione spontanea sfuggita a qualcuno di loro: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Quanto sono attuali queste parole! Quanti falsi concetti della famiglia che emergono e vorrebbero imporsi in contrasto con il disegno del Creatore! Eppure la famiglia umana, quando realizza in pienezza i suoi ideali, è uno specchio della comunione di amore che esiste in Dio ed è un paradiso in terra. Santa Gianna Beretta Molla, madre di famiglia canonizzata nel 2004, scriveva così in una lettera a suo marito: «Pietro, potessi dirti tutto ciò che sento per te! ma non sono capace – supplisci tu.
Il Signore proprio mi ha voluto bene – tu sei l’uomo che desideravo incontrare, ma non ti nego che più volte mi chiedo: “Sarò io degna di lui?”. Sì, di te, Pietro, perché mi sento così un nulla, così capace di niente, che pur desiderando grandemente di farti felice, temo di non riuscirvi. E allora prego così il Signore: “Signore, tu che vedi i miei sentimenti e la mia buona volontà, rimedia tu e aiutami a diventare una sposa e una madre come Tu vuoi e penso che anche Pietro lo desideri”. Va bene così, Pietro? Con tanto, tanto affetto ti saluto. Tua Gianna».
Preghiera:
O Maria, vergine e sposa, madre nostra, accompagna tutte le famiglie del mondo e sostienile con la tua intercessione. Tu che nelle nozze di Cana ottenesti il vino buono abbondante per quei giovani sposi, assistici e fa’ che le nostre famiglie siano oasi di pace e di amore.
Agire:
Oggi mi impegnerò a vivere l’amore verso il prossimo, come pure io sono amato da Dio.
 
 
Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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