Shoah memorial

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Una speranza ostinata

Max Mannheimer racconta l’umanità sopravvissuta nei lager della seconda guerra mondiale

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Sarà in libreria a settembre il libro “Una speranza ostinata Terezin, Auschwitz, Varsavia, Dachau” scritto da Max Mannheimer e pubblicato da add editore.
Nell’introduzione al libro Paolo Rumiz ha scritto: “È la scoperta di un grande vecchio ancora ragazzo, apparentemente timido eppure sicuro di sé nel profondo, riservato e nello stesso tempo galante, intimo nel rapporto con la morte ma non per questo meno affamato di vita. Un libro dove l’ammonimento non si stacca mai dalla speranza”.
E l’autore ha aggiunto: “Sono particolarmente lieto che il mio Spätes Tagebuch venga pubblicato in Italia. Nonostante il fascismo abbia dato un contributo terribile all’abisso della Shoah, sono tanti gli italiani che hanno cercato di proteggere i loro concittadini ebrei, spinti da convinzioni religiose, politiche o semplicemente dall’umanità”.
Il libro racconta di Max Mannheimer, il maggiore dei cinque figli di Jacob e di Margaret, commercianti cecoslovacchi. Il 27 gennaio 1943 Max, la moglie, i genitori e i fratelli sono deportati a Terezin, poi a Varsavia, Auschwitz, Dachau. Solo Max ed Edgar (il fratello più piccolo) si salveranno, Vengono liberati dagli americani il 30 aprile 1945, lo stesso giorno in cui Adolf Hitler si suicida nel bunker di Berlino.
Negli anni Sessanta Mannheimer scrive un diario, per la figlia, in cui racconta di un padre ballerino e di una madre colta, l’ascesa del nazismo, lo spirito dei vent’anni e l’amore che rendono fiduciosi anche davanti alle deportazioni, alla crudeltà della vita del campo.
L’umanità si corrompe, ma non viene meno, tenuta in vita dalla coscienza di essere uomini. Instancabile, continua a portare le sue memorie nelle scuole: “Il mio corpo è debole, ma i dettagli di quel tempo spaventoso sono incisi nella mia anima». E ai giovani che lo ascoltano ricorda sempre: «Voi non siete responsabili di quello che è successo, ma è compito vostro che non si ripeta mai più”.
L’autore Max Mannheimer (6 febbraio 1920) è commerciante, autore e pittore.
È Cavaliere de la Légion d’Honneur. Per le sue benemerite attività il centro di formazione giovanile di Dachau è stato rinominato in suo onore in Centro di studio Max Mannheimer. Partecipa ancora oggi a molti incontri: “Vado nelle scuole come testimone di quel tempo, non come giudice”. Sulla sua vita sono stati girati due documentari: Der weiße Rabe – Max Mannheimer (2009) e Endstation Seeshaupt (2011).

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ZENIT Staff

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