A soli quattro giorni dalla chiusura della GMG di Cracovia, è di nuovo “giornata campale” per papa Francesco. Stamattina, poche ore prima di recarsi in pellegrinaggio ad Assisi, il Santo Padre ha ricevuto in udienza in Vaticano, i partecipanti al Capitolo Generale dei Frati Predicatori, ovvero i Domenicani, accompagnati dal maestro generale, fra Bruno Cadoré.
C’è una coincidenza assai significativa, ricordata dal Papa, tra i due eventi odierni: nello stesso anno (1216) in cui, su impulso di San Francesco, istituiva la festa del Perdono d’Assisi, papa Onorio III riconosceva la congregazione fondata da San Domenico di Guzman.
Presentandosi ai Domenicani come un “gesuita tra i frati”, Bergoglio ha espresso gratitudine per il “significativo contributo” offerto da questo ordine alla Chiesa, “in spirito di fedele servizio”.
“L’ottavo centenario – ha proseguito il Pontefice – ci porta a fare memoria di uomini e donne di fede e lettere, contemplativi e missionari, martiri e apostoli della carità, che hanno portato la carezza e la tenerezza di Dio in tutto il mondo, arricchendo la Chiesa e mostrando nuove possibilità di incarnare il Vangelo attraverso la predicazione, la testimonianza e la carità”, ovvero i “tre pilastri” che da sempre sostengono il carisma domenicano.
Il primo dei tre pilastri, la predicazione, è individuabile fin dal nome dell’ordine: se da un lato Gesù affidò agli Apostoli la missione di comunicare la “Parola di Dio che brucia dentro e spinge a uscire per annunciare Gesù Cristo a tutti i popoli”, San Domenico raccomandò da subito di “contemplare e poi insegnare”.
“Evangelizzati da Dio per evangelizzare – ha detto il Papa -. Senza una forte unione personale con lui, la predicazione può essere molto perfetta e motivata, e anche ammirevole, però non toccherà il cuore, che è ciò che deve cambiare”.
Francesco ha quindi indicato come “imprescindibile” uno “studio serio e assiduo della questioni teologiche”, non meno di “tutto ciò che permette di avvicinarci alla realtà e porre l’orecchio al popolo di Dio”, poiché “il predicatore è un contemplativo della Parola e lo è anche della gente, che spera di essere compresa”.
È impossibile, ha aggiunto il Santo Padre, trasmettere la Parola di Dio senza “testimonianza”: servono “maestri fedeli alla verità e coraggiosi testimoni del Vangelo. Il testimone incarna l’insegnamento, lo fa tangibile, coinvolgente, e non lascia indifferente nessuno; aggiunge alla verità la gioia del Vangelo, quella di sapere di essere amati da Dio e oggetto della sua infinita misericordia”, ha detto, riprendendo un concetto della Evangelii Gaudium (142).
San Domenico, ha rammentato ancora Bergoglio, ordinava di “predicare con i piedi nudi”, perché “il buon predicatore è consapevole del fatto che si muove su un terreno sacro, perché la Parola che porta con sé è sacra, e i anche i suoi destinatari lo sono”. Come tutti i santi, anch’egli, ottenne “frutti abbondanti”, parlando “con il linguaggio del cuore, che non conosce barriere ed è comprensibile da tutti”.
“È il corpo di Cristo vivo e sofferente – ha spiegato poi il Papa – che urla al predicatore e non lo lascia tranquillo. Il grido dei poveri e degli scartati sveglia, e ci fa capire che Gesù aveva compassione per la gente (Mt 15,32)”.
In un mondo ancora pieno di uomini e donne “assetati di Dio”, i Domenicani di oggi sono chiamati a riflettere “sulla necessità di adeguare la struttura organizzativa dell’Ordine, per discernere la risposta che si dà a questo grido di Dio”.
È solo nella predicazione della “verità annunciata dall’amore e dalla misericordia”, che si diventa a sua volta “predicatori e testimoni” e ci si libera dalla “pericolosa tentazione tanto attuale oggi dello gnosticismo”, ha poi concluso Francesco, esortando infine i domenicani a seguire l’esempio del loro fondatore, per “affrontare il futuro con speranza, sapendo che Dio rinnova sempre tutto e non delude”.
Il Papa ai Domenicani: “Non si può evangelizzare senza una forte unione personale con Cristo”
Francesco riceve in udienza i partecipanti al Capitolo Generale, nell’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine dei Predicatori