“Il Movimento per la Vita Italiano, perplesso rispetto alle valutazioni scientifiche dei giudici amministrativi e alla loro considerazione del diritto all’obiezione di coscienza, continuerà la sua battaglia presso il Consiglio di Stato a difesa del diritto delle donne alla corretta informazione, della dignità della professione medica e, soprattutto, della vita dell’embrione umano, considerato dall’industria del farmaco un oggetto prima che esso possa annidarsi nell’utero materno”. Lo ha dichiarato l’on. Gian Luigi Gigli, Presidente del Mpv, apprendendo la sentenza del Tar del Lazio che ha ritenuto infondati i ricorsi presentati dal Mpv e da altre associazioni contro il decreto Zingaretti sulla riorganizzazione dei consultori familiari.
Secondo Gigli, “il Tar ha stabilito che le ‘pillole dei giorni dopo’ non sono farmaci abortivi, ma semplici contraccettivi richiamandosi alla posizione dell’Aifa che ha pedissequamente recepito quella dell’Agenzia europea per il farmaco. Ciò non tiene conto dei rilievi avanzati dal Consiglio Superiore di Sanità e delle contraddizioni con la stessa letteratura scientifica che ha portato alla commercializzazione dei cosiddetti contraccettivi di emergenza. Ancora una volta gli interessi delle multinazionali del farmaco hanno prevalso sul diritto alla corretta informazione del medico prescrittore e delle pazienti che inconsapevolmente dovranno assumere il farmaco”.
“Per quanto riguarda l’obiezione di coscienza – ha concluso il Presidente Gigli – appare singolare che questo diritto del medico venga aggirato con il pretesto che la certificazione dello stato di gravidanza sarebbe semplice attestazione di uno stato di salute e non già, come è evidente in questi casi, il primo indispensabile passo per l’esecuzione dell’aborto legalizzato”.
Pill - Pixabay
Per i giudici la "pillola del giorno dopo" non è farmaco abortivo
Il Tar del Lazio ha ritenuto infondati i ricorsi contro il decreto Zingaretti sulla riorganizzazione dei consultori. Gigli (Mpv): “Andremo al Consiglio di Stato”