Udienza Generale 03082016 (Foto Osservatore Romano - CTV)

Udienza Generale 03082016 (Foto Osservatore Romano - CTV)

“Alla GMG ho visto sventolare vicine bandiere di nazioni in conflitto, i ragazzi sanno costruire ponti di fraternità!”

In occasione dell’udienza generale, papa Francesco trae un bilancio del suo viaggio in Polonia, paese la cui storia è “legata in modo indissolubile alla Croce di Cristo”

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Un “segno profetico per la Polonia, per l’Europa e per il mondo”. Con queste parole, papa Francesco ha definito la Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia, coincisa con la sua ultima visita pastorale, oggetto di riflessione nella prima udienza generale concessa dopo la pausa di luglio.
Ai pellegrini giunti in Aula Paolo VI, il Santo Padre ha ricordato che quella conclusasi domenica scorsa, è stata la seconda Giornata Mondiale della Gioventù polacca, a 25 anni dall’esperienza di Czestochowa, poco dopo la caduta della “cortina di ferro”.
“In questi 25 anni è cambiata la Polonia, è cambiata l’Europa ed è cambiato il mondo” e “la nuova generazione di giovani, eredi e continuatori del pellegrinaggio iniziato da san Giovanni Paolo II, hanno dato la risposta alla sfida dell’oggi, hanno dato il segno di speranza, e questo segno si chiama fraternità”, ha affermato il Pontefice.
Primo motivo del viaggio, ha ricordato, sono stati i “giovani” che, “ancora una volta hanno risposto all’appello”, giungendo da tutto il mondo per “una festa di colori, di volti diversi, di lingue, di storie diverse”. Eppure questi ragazzi, ha osservato il Papa, “riescono a capirsi perché hanno la volontà di andare insieme e fare ponti, di fraternità”.
Una “immagine emblematica” della GMG menzionata da Francesco sono state le “bandiere” nazionali, le quali, in questo contesto, “diventano più belle, per così dire “si purificano”, al punto che, persino “bandiere di nazioni in conflitto sventolano vicine e questo è bello, anche qui ci sono le bandiere, sventolatele!”.
Bergoglio ha ringraziato i giovani che hanno “accolto il messaggio della Misericordia, per portarlo dappertutto nelle opere spirituali e corporali”. E li ha esortati: “Il dono che avete ricevuto diventi risposta quotidiana alla chiamata del Signore”.
Un accenno è stato fatto dal Santo Padre al suo pellegrinaggio al Santuario di Czestochowa: “Davanti all’icona della Madonna – ha raccontato – ho ricevuto il dono dello sguardo della Madre, che è in modo particolare Madre del popolo polacco, di quella nobile nazione che ha tanto sofferto e, con la forza della fede e la sua mano materna, si è sempre rialzata”.
Quello polacco, ha sottolineato il Pontefice, è un popolo “la cui storia è legata in modo indissolubile alla Croce di Cristo” e che oggi “custodisce anche quella saggezza che è equilibrio fra tradizione e innovazione, fra memoria e futuro”, ricordando “a tutta l’Europa che non può esserci futuro per il continente senza i suoi valori fondanti, i quali a loro volta hanno al centro la visione cristiana dell’uomo”. Uno di questi valori è proprio la “misericordia”, di cui “sono stati speciali apostoli due grandi figli della terra polacca: santa Faustina Kowalska e san Giovanni Paolo II”.
L’ultimo viaggio di Francesco è stato però anche una risposta alla sfida della “guerra a pezzi” che sta minacciando il mondo: “E qui il grande silenzio della visita ad Auschwitz-Birkenau è stato più eloquente di ogni parola. In quel silenzio ho ascoltato, ho sentito la presenza di tutte le anime che sono passate di là; ho sentito la compassione, la misericordia di Dio, che alcune anime sante hanno saputo portare anche in quell’abisso”.
In quel luogo di atroce dolore, il Papa ha pregato “per tutte le vittime della violenza e della guerra” ed ha “compreso più che mai il valore della memoria, non solo come ricordo di eventi passati, ma come monito e responsabilità per l’oggi e il domani, perché il seme dell’odio e della violenza non attecchisca nei solchi della storia”.
In fin dei conti, ha proseguito Bergoglio, le “crudeltà” dei campi di concentramento nazisti “assomigliano” alle “crudeltà di oggi” – sebbene queste ultime non siano “così concentrate come lì ad Auschwitz” – perché questo mondo “è malato di crudeltà, di violenza, di sofferenza”.
Il Pontefice ha quindi ringraziato “il Signore e la Vergine Maria” e tutti coloro che hanno reso possibile il suo viaggio: il presidente della Polonia, Andrzej Duda, il cardinale arcivescovo di Cracovia, Stanislaw Dziwisz, l’intero episcopato polacco, i “giovani volontari che per più di un anno hanno lavorato per portare avanti questo e anche ai media, per aver fatto che questa giornata si vedesse in tutto il mondo”.
Un ricordo commosso e una preghiera sono stati rivolti da Francesco a due donne che hanno perso la vita durante o al termine della Giornata Mondiale della Gioventù: Susanna, giovane pellegrina romana, colpita da un attacco di meningite fulminante durante il viaggio di ritorno (“il Signore che certamente l’ha accolta, porti conforto ai genitori e ai suoi amici”) e Anna Maria Iacobini, giornalista Rai, “morta in atto di servizio” per un attacco di cuore in hotel la sera di venerdì scorso.
 

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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