Mons. Mansueto Bianchi (Fraque Nero - Wikimedia Commons)

Addio a monsignor Mansueto Bianchi

66 anni, da due Assistente Ecclesiastico dell’Azione Cattolica, è stato vescovo di Volterra e Pistoia. Dall’inizio di quest’anno lottava contro un tumore incurabile

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Si è spento oggi, all’età di 66 anni, monsignor Mansueto Bianchi, Assistente Generale dell’Azione Cattolica Italiana. A mons. Bianchi, che ricopriva l’incarico dal 5 aprile 2014, era stata diagnosticata, all’inizio del mese di marzo, una forma tumorale che ha rivelato, nonostante un importante intervento chirurgico, tutta la sua aggressività.
Nato a Lucca, il 4 novembre 1949, Mansueto Bianchi ha studiato nel seminario della sua diocesi, diventando poi allievo dell’Almo Collegio Capranica a Roma. Ottenuta la licenza in teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana, è stato ordinato sacerdote nel 1974.
Per anni docente e vicerettore in seminario, Bianchi è stato ordinato vescovo nel 2000 ed ha guidato le diocesi di Volterra (200-2006) e Pistoia (2006-2014). È stato anche vicepresidente della Conferenza Episcopale Toscana.
In questo tempo di malattia, il vescovo non ha mai perso lucidità e più volte ha affermato di voler offrire la sua sofferenza per il bene dell’Azione Cattolica Italiana che ha considerato un dono per il suo ministero episcopale.
In questi anni la Presidenza Nazionale, il Consiglio Nazionale e gli aderenti che in varie e numerose circostanze hanno avuto la possibilità di incontrarlo, hanno trovato in mons. Bianchi “un punto di riferimento discreto e rispettoso ma capace di offrire un contributo di grande significatività: per l’amore e il riferimento costante alla Parola di Dio; per la passione e la conoscenza della vita della realtà ecclesiale; per il desiderio di servire con coraggio la persona del Papa e il sogno di Chiesa che Egli ha delineato nella Evangelii Gaudium”, si legge in una nota della Presidenza dell’Azione Cattolica.
Questo servizio mons. Bianchi ha continuato a renderlo a tutte le persone che lo hanno avvicinato anche nel prolungato tempo di ricovero ospedaliero.
A tal proposito, la Presidenza Nazionale dell’Azione Cattolica desidera esprimere “una parola di grande riconoscenza anzitutto al Santo Padre, che in modo discreto e costante si è sempre informato delle condizioni di mons. Bianchi; e al Segretario di Stato S.Em. il Card. Pietro Parolin. Siamo grati al personale del Campus Biomedico di Roma, al prof. Coppola, al dott. La Vaccara e al dott. Caputo e a tutto il personale infermieristico per le amorevoli cure prestate. Grazie pure ai medici e agli operatori dell’associazione “Antea” che hanno curato l’assistenza domiciliare in questo ultimo periodo”.
Un particolare cenno di gratitudine va a don Robin Weatherill per l’amicizia – di lunga data – con la quale ha accolto, sostenuto e accompagnato mons. Bianchi al Campus. E a suor Leonita e suor Daniela (della Congregazione delle Serve del Signore) che, insieme a suor Eva fin dagli anni dell’episcopato a Volterra e a Pistoia, hanno avuto nei confronti di mons. Bianchi una “dedizione encomiabile”.
Molte volte, nei più di quattro mesi durante i quali la malattia ha gradualmente rivelato la sua gravità, mons. Bianchi ha affermato di essersi sentito sorretto dalla preghiera di molte persone: gli aderenti e assistenti dell’associazione; i sacerdoti, religiosi e laici delle diocesi di Pistoia, Volterra e Lucca; un ampio numero di vescovi, sacerdoti e moltissimi laici con le quali mons. Bianchi ha vissuto rapporti di sincera amicizia. Lui stesso si è detto stupito e grato per la forza che da tale preghiera ha ricevuto.
“Siamo certi che tale comunione non si sia interrotta con la sua morte. La sua intercessione continuerà a rendere feconda la vita dell’Azione Cattolica. È guardando a Gesù Risorto che potremo, seppure in modo diverso, continuare a camminare insieme a lui. Grazie, Eccellenza!”, conclude la Presidenza dell’Azione Cattolica.

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ZENIT Staff

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