“Il ricordo dell’anziano sacerdote francese si affianca al ricordo dei tanti sacerdoti e religiosi, e dei tanti fedeli in Cristo, ogni anno uccisi selvaggiamente solo perché cristiani in ogni luogo del mondo: non è possibile accorgersi della persecuzione quando avviene a casa nostra o nelle immediate vicinanze”. Lo afferma una nota di Alleanza Cattolica, a commento del tragico assassinio di padre Jacques Hamel a Rouen.
“Se oggi essa è arrivata senza ostacoli nel cuore dell’Europa – prosegue la nota – con modalità così simbolicamente crudeli è anche perché ha potuto agire nella quasi totale indifferenza dell’Europa e dell’Occidente quando si è scatenata in Siria, in Iraq, in Nigeria, in Pakistan, in Cina”.
Alleanza Cattolica indica dunque nella “preghiera, il primo serio antidoto all’aggressione terroristica che raggiunge gli altari delle Chiese, dopo aver colpito innocenti nelle strade e sulle piazze”, suggerendo però, anche di “dedicare a ogni cristiano privato della casa e dei beni, ferito o ucciso nel più remoto angolo del mondo la medesima attenzione giustamente avuta verso p. Jacques”.
In coerenza con l’insegnamento di Papa Francesco, i membri di Alleanza Cattolica si dichiarano “ben consapevoli che leggere quanto accade oggi usando la categoria della guerra fra religioni è fuorviante: non solo perché riconosce la qualifica religiosa a una serie di atti criminali che ne sono la tragica antitesi, ma perché si inserisce nello schema teorizzato dai proclami dell’IS, secondo cui quest’ultimo guida la ricomposizione del “Califfato” contro i c.d. crociati, inserendo in tale denominazione tutti gli occidentali. Siamo ben consapevoli – aggiunge Alleanza Cattolica – che la guerra in atto non è tra fedeli dell’Islam e “crociati”, e che l’ultimo errore da compiere è assecondare una propaganda che invece attrae e aggrega proprio fondandosi su questa divaricazione, spingendo poi a compiere attentati chi condivide questa contrapposizione”.
“Siamo altrettanto consapevoli che un conto è la dimensione del martirio per la fede, che attiene alla persona, non si sceglie né si programma ma si affronta affidandosi al Signore, un conto è la doverosa difesa di sé stessi e della propria comunità di fronte all’aggressione ingiusta, soprattutto quando si manifesta in modo così deciso, mirato e coordinato. Doverosa, come ricorda – col costante Magistero pontificio – il Catechismo della Chiesa cattolica allorché, a proposito della legittima difesa, parla del “grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri, del bene comune della famiglia o della comunità civile”, e della esigenza “che si ponga l’ingiusto aggressore in stato di non nuocere”, anche attraverso il legittimo uso delle armi (§§ 2265-2266). Garantire condizioni di sicurezza e di ordine pubblico è parte del lavoro per il bene comune, al quale esorta da sempre la Dottrina sociale cristiana”.
“La devozione per i martiri della fede non è in antitesi con la necessità di garantire alla fede le condizioni per essere praticata senza aggressioni – nel mondo, nei luoghi di più cruenta persecuzione, in Europa e in Italia -, nel momento in cui le esplicite affermazioni dei capi IS individuano gli obiettivi da raggiungere anche fra i luoghi e fra i ministri di culto. Né è in antitesi con la necessità di esigere in concreto dai responsabili delle comunità islamiche presenti in Europa e in Italia lealtà e trasparenza, insieme con la più fattiva collaborazione. Perché se va rifiutata la categoria della guerra fra religioni, è impossibile negare che gli attacchi terroristici muovono da richiami e proclami dell’ultrafondamentalismo islamico: è interesse di tutti – in primis delle comunità musulmane – isolarli e renderli marginali. Ed è dovere dello Stato fare in modo che sia così”, conclude poi la nota di Alleanza Cattolica.
Alleanza Cattolica: devozione per i martiri, dovere di proteggere la sicurezza della comunità”
Il movimento si unisce alla preghiera del Papa per padre Hamel, la cui ultima messa è stata celebrata proprio in una chiesa dedicata al protomartire Santo Stefano