Cento anni di Padre Pio a San Giovanni Rotondo

Era il 28 luglio 1916 quando il Frate giunse nella terra garganica per dare sollievo alla sua sofferenza. Dopo un secolo vi è “tornato” portando numerose novità

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Cent’anni di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Un evento che chiude un’annata ricca di spunti per la comunità locale: dall’inaugurazione del Polo di Ricerca sulle malattie neurodegenerative del 13 settembre del 2015 all’Udienza dell’Opera di Padre Pio con Papa Francesco del 6 febbraio fino ad arrivare al sessantesimo di Casa Sollievo del 5 maggio scorso e adesso al sigillo del centenario dell’arrivo di Padre Pio a San Giovanni Rotondo.
Era il 28 luglio del 1916 quando l’umile Frate giunse in questa terra garganica a motivo del sollievo della sua sofferenza. In questo luogo brullo e “deserto”, il Signore parlerà al suo cuore (cf. Os 2,16), riversandovi il suo amore (cf. Rm 5,5), rendendolo cioè così colmo della sua grazia da lasciare che essa trasbordi in opere capaci di trasformare gli stessi tessuti sociali. In questa luce vediamo il sorgere di Casa Sollievo della Sofferenza, dall’amore per Dio e dall’amore per il prossimo.
Dunque un giorno di festa, un evento per tutta la comunità che ha scelto di ripercorrere in preghiera il tratto di strada che fece quel giorno l’umile Frate. Un popolo in cammino sulle orme di Padre Pio alla sequela di Cristo. In processione dietro il Gesù eucaristico, portato dal priore del Convento fr. Francesco Langi, c’erano Monsignor Michele Castoro, arcivescovo della diocesi e presidente di Casa Sollievo della Sofferenza, e poi i confratelli di Padre Pio con la presenza del ministro provinciale fr. Francesco Colacelli e il rettore del Santuario “Santa Maria delle Grazie”, fr. Francesco Dileo, e poi a seguire il neo sindaco Paolo Cascavilla, con la giunta comunale al completo, in una delle prime uscite ufficiali del suo mandato, un tempo per porre sotto l’egida della santità di Padre Pio il servizio ad una città trasformata dall’arrivo dell’umile Santo. Padre Pio infatti è stato artefice di tante opere sociali, di intuizioni profetiche che negli anni hanno cambiato il volto della cittadina garganica.
Migliaia di fedeli in processione, sacerdoti, religiosi, comunità parrocchiali, associazioni laicali, tutti lungo il viale Cappuccini fino al Convento. Poi omaggio floreale alle spoglie mortali del santo, breve momento di preghiera e benedizione e infine presso il sagrato della Chiesa di San Pio il concerto tenuto dalla Fanfara del 10° reggimento carabinieri “Campania”. Un tempo di festa, un’occasione utile per ripercorrere il cammino di Padre Pio in quei giorni, focalizzando l’attenzione su alcune coordinate teologico spirituali.
Una gita che “aprirà” un tempo nuovo
Il 28 luglio del 1916, Padre Pio giungeva per la prima volta a San Giovanni Rotondo (cf. Ep., I, 796, nota 1). Lui stesso ne da notizia a padre Benedetto in una lettera inviata dal Convento di Foggia il 13 agosto, dopo tre giorni di gestazione, a causa di costanti problemi alla vista che tormentavano l’umile frate. La lettera risponde ad una missiva di padre Benedetto, datata 8 agosto 1916 che esprime gioia per il viaggio a San Giovanni Rotondo ma nello stesso tempo offre un paterno rimprovero al suo diretto, forse per aver appreso il fatto dal padre guardiano e non dallo stesso giovane religioso. Anche se Padre Pio cerca di giustificarsi: “Prendo per me il vostro paterno rimprovero e chi ci ha colpa di farmi fare la gita a San Giovanni, il Signore usi loro misericordia” (Ep., I, 796); e di interrogarsi sulla solita questione: volontà di Dio o suggestione del nemico?; la visita nel piccolo centro garganico sembra essere gradita sia al Signore e sia ai confratelli cappuccini del futuro santo.
Volontà di Dio
Apprendiamo anche che Padre Pio pensava si trattasse di una gita, di un’occasione per respirare un po’ d’aria di monti, visto che non stava bene in salute, ma nella lettera del 13 agosto confessa anche dell’altro. Sembra affiorare in lui la consapevolezza che lo vuole proprio il Signore: «Non so dove si andrà a parare se si va di questo passo. Ora vengo a chiedervi una carità, e tanto più vengo a chiedervela, in quanto chè Gesù mi costringe. Egli mi dice che bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali Egli vuole assoggettarmi. Tanto che formula una richiesta ufficiale al Padre Provinciale: “La carità che desidero da voi, padre mio, si è di mandarmi a passare un po di tempo a San Giovanni, dove Gesù mi assicura che starò meglio” (Ep., I, 798). E poi aggiunge ancora: “Altre ragioni ancora mi spingono a chiedervi la suddetta carità e che qui tacerle è bello” (ibid.). L’impressione è che Padre Pio abbia percepito che stava per aprirsi una nuova stagione nel piano di Dio, un nuovo tempo di servizio e sequela.
Alcuni indizi
E non mancavano dei segnali in tal senso. Dai primi mesi dello stesso anno era riuscito ad allontanarsi dalla natia Pietrelcina senza che peggiorassero gravemente le sue condizioni di salute, com’era avvenuto nei sette anni precedenti. Poteva vivere in “religione”, cioè nella comunità religiosa cappuccina, ed anche questa era una grande novità. Inoltre dal Convento Sant’Anna di Foggia, poteva assistere spiritualmente Raffaelina Cerase, nobildonna foggiana attratta dal cammino del discepolato cristiano, che morirà  il 25 marzo del 1916.
Un’ascesa per il sollievo della sofferenza
Quasi sei anni di sacerdozio (anniversario 10 agosto) e un bilancio che anch’egli fa difficoltà a  interpretare: percepisce la presenza di doni eccelsi accompagnati però da grandi sofferenze, lotti con il nemico, infinite prove. Con questo profilo spirituale Padre Pio sale sul Monte di San Giovanni, lo fa carico della croce di Cristo. Dal 1911 ha infatti le stigmate, anche se non si vedono. Così affronta l’ascesa carico della croce per cercare il sollievo del proprio corpo e del proprio spirito: Egli mi dice che bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali Egli vuole assoggettarmi (I, 789). Tutto inizia da qui: dal sollievo del corpo e possiamo esserne certi anche dello spirito, esperienza che egli provò per sé e volle fosse estesa anche ai poveri e agli ultimi, come avverrà con Casa Sollievo della Sofferenza.
Portando la croce di Cristo, non ascende al Monte da vincitore ma lo fa da vinto.  Forse anche per questo diversi anni dopo, amava ripetere ai suoi figli spirituali, “nessuno sale a questo Monte se Dio non lo vuole”, se Dio cioè non ha un progetto di amore su di lui. Realtà che passa attraverso il sollievo delle sofferenze. E questo accade anche oggi. Nello stesso tempo, il fatto che il Signore abbia scelto quest’angolo del Gargano per farlo divenire luogo nel quale l’alleanza tra scienza e preghiera, potesse concorrere al sollievo dell’umana sofferenza, sancisce la responsabilità stessa per la città  a corrispondere a questa vocazione.

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Giovanni Chifari

Docente di Teologia Biblica presso l'ISSR "Giovanni Paolo II" di Foggia. Redazione rivista "La Casa Sollievo della Sofferenza" (Resp. Sez. Gruppi di Preghiera Padre Pio). Centro Gruppi di Preghiera (Sgr). Docente di Religione Cattolica. Rivista "Il diaconato in Italia". Libri: "La Parola della Croce. Via Crucis biblica con San Pio da Pietrelcina", Edizioni Paoline, 2012; "Il pensiero dei Papi su San Pio e la sua Opera", Ediz. La Casa Sollievo della Sofferenza, SGR 2014. Articoli scientifici, ambito teologico.

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