The eternal Melacholy of the same

Film "The eternal Melacholy of the same" - Pesaro Film Festival

Il futuro del cinema tra estetica e politica

Il Pesaro Film Festival entra nel vivo con l’apertura della sezione Satellite e lo svolgimento della prima tavola rotonda

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Al via la nuova sezione satellite della 52esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, dedicata alla produzione audiovisiva italiana a bassissimo costo ed extra-industriale, alla presenza dei registi e del curatore Gianmarco Torri.
Ad aprire la sezione è stato Guida al (lento/violento) lavoro di Matteo Arcamone, ritratto di una generazione senza lavoro, correlato da una profonda riflessione sulla noia e la pigrizia. “È un film coinvolgente, sulla vita, ma anche molto pigro, non riuscivo più a montare in Video8, mi ero annoiato a lavorare, per cui anche il film alla fine è venuto molto pigro”, afferma il regista.
A seguire documentari, ma anche cinema sperimentale e astratto con The Eternal Melancholy of the Same di Teresa Masini, una riflessione sull’incertezza della nostra esistenza. Oltre al cinema a basso costo, spazio anche alla riflessione critica, con la prima tavola rotonda del Festival dal nome “Il futuro del nuovo cinema #3”.
Tra estetica e politica e tra passato e presente, questo il futuro del nuovo cinema, dove “L’idea del nuovo cinema non è necessariamente legata al nuovo, può essere anche un nuovo modo di riscoprire il passato”, come ha esordito Gianmarco Torri, membro del comitato scientifico della Mostra. Un passato da riscoprire, superando categorie sorpassate che sono legate ad antiche convenzioni.
“L’idea del nuovo cinema è quella di andare oltre il cinema per mettere in discussione il cinema stesso”, spiega il docente universitario francese adottivo Dario Marchiori, parafrasando le parole del cofondatore della Mostra Bruno Torri.
Ma il nuovo cinema nasce da un’esigenza politica, così come “politica è la scelta della programmazione di un festival”, mette in luce Eva Sangiorgi, direttrice del Festival dell’Università Autonoma del Messico. “Il nostro obiettivo è quello di legare il cinema internazionale con quello nazionale, per questo abbiamo un concorso riservato al cinema straniero, ed un altro dedicato alla sola cinematografia messicana”, prosegue la Sangiorgi, sottolineando come una scelta estetica comporti una responsabilità politica. Estetica che si avvale tanto dell’aspetto contenutistico quanto, a maggior ragione, di quello formale.
Ed è proprio sulla forma che si è concentrata la seconda parte del dibattito. Ma andare oltre il cinema vuol dire anche sorpassare una produzione riservata solo ai cosiddetti “cinefili” – ormai in via d’estinzione, forse – ma ad un pubblico più variegato. È proprio ciò che ha cercato di fare Daniela Persico con la sua rivista Film Idee, con cui annualmente organizza una rassegna estiva in cui invita registi di cui si è discusso durante la stagione cinematografica, per farli dialogare con alcuni giovani lettori, accuratamente selezionati. Un esempio, quest’ultimo, di come la cinefilia, in fondo, persiste anche tra le giovani generazioni.

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Gianluca Badii

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