È in corso in questi giorni una sessione di formazione per personale diocesano in Siria impegnato nel servizio di carità nel contesto della crisi umanitaria siriana. Il percorso formativo, in programma dal 29 giugno al 2 luglio nei pressi di Beirut, in Libano, è promosso dal Pontificio Consiglio Cor Unum con la collaborazione di tre organismi cattolici di carità – Catholic Relief Service (CRS), Aid to the Church in Need (ACN) e Missio.
Ad esso – informa una nota del Dicastero – partecipano 11 vescovi, rappresentanti di istituti religiosi maschili e femminili, personale impegnato nell’attività caritativa dalla Siria, provenienti dalle diverse diocesi. Per Cor Unum è presente il segretario mons. Giampietro Dal Toso; anche il munzio apostolico nel Paese, mons. Mario Zenari, accompagna i lavori.
Il percorso è nato sulla base di una esigenza espressa da rappresentanti di organismi di carità e vescovi nel corso della terza riunione sulla crisi umanitaria in Siria, Iraq e nei paesi limitrofi, organizzata da Cor Unum il 17 settembre 2015. Obiettivo delle sessioni di lavoro in Libano, dunque, è ora quello di approfondire gli elementi di base per la predisposizione di progetti implementati dagli organismi di carità e dalle singole diocesi nazionali, impegnati nell’aiuto umanitario nel contesto della crisi del Medio Oriente.
Il programma è articolato su più giornate e prevede, oltre alla formazione teologica, incontri specifici per i Vescovi e per i Religiosi. Inoltre si svolgono sessioni indirizzate al personale tecnico delle diocesi, dedicate all’analisi delle metodologie progettuali nel campo umanitario. Le giornate dell’1 e 2 luglio si concentreranno sugli aspetti più specifici del “capacity building” e “project management”, nonché sull’analisi delle fasi di realizzazione dei progetti: programmazione, pianificazione, implementazione, conclusione e rendicontazione.
La crisi in Siria, Iraq e paesi limitrofi continua a essere al centro delle preoccupazioni della Santa Sede e della Comunità internazionale per la gravità che si è prodotta a seguito della guerra. Secondo i dati disponibili, dal 2011 il conflitto in Siria avrebbe provocato finora circa 400 mila vittime e 2 milione di feriti. Attualmente sono più di 12 milioni le persone bisognose di aiuto in Siria e oltre 8 milioni in Iraq; i rifugiati interni sono più di 6 milioni in Siria e più di 3 milioni in Iraq, mentre al meno 4 milioni sono i rifugiati siriani in tutta l’area del Medio Oriente: in particolare, 1,9 milioni in Turchia, 1,1 milione in Libano, più di 600 mila in Giordania.
In base ai dati della prima “Indagine sull’aiuto umanitario delle entità ecclesiali nell’ambito della crisi siriana e irachena per l’anno 2014-2015”, prodotta da Cor Unum e presentata lo scorso settembre, risulta che nel 2015 le istanze della Chiesa cattolica hanno mobilitato più di 150 milioni di dollari a favore di un numero di beneficiari diretti vicino ai 5 milioni; mentre i settori di intervento prioritari sono stati finora: istruzione (più di 37 milioni di dollari); aiuto alimentare (più di 30 milioni di dollari); fornitura di beni non alimentari (circa 25 milioni di dollari); sanità (circa 16 milioni di dollari); sostegno per l’alloggio e il pagamento degli affitti (più di 10 milioni di dollari). Al momento è in corso l’Indagine relativa al periodo 2015-2016.
Ad esso – informa una nota del Dicastero – partecipano 11 vescovi, rappresentanti di istituti religiosi maschili e femminili, personale impegnato nell’attività caritativa dalla Siria, provenienti dalle diverse diocesi. Per Cor Unum è presente il segretario mons. Giampietro Dal Toso; anche il munzio apostolico nel Paese, mons. Mario Zenari, accompagna i lavori.
Il percorso è nato sulla base di una esigenza espressa da rappresentanti di organismi di carità e vescovi nel corso della terza riunione sulla crisi umanitaria in Siria, Iraq e nei paesi limitrofi, organizzata da Cor Unum il 17 settembre 2015. Obiettivo delle sessioni di lavoro in Libano, dunque, è ora quello di approfondire gli elementi di base per la predisposizione di progetti implementati dagli organismi di carità e dalle singole diocesi nazionali, impegnati nell’aiuto umanitario nel contesto della crisi del Medio Oriente.
Il programma è articolato su più giornate e prevede, oltre alla formazione teologica, incontri specifici per i Vescovi e per i Religiosi. Inoltre si svolgono sessioni indirizzate al personale tecnico delle diocesi, dedicate all’analisi delle metodologie progettuali nel campo umanitario. Le giornate dell’1 e 2 luglio si concentreranno sugli aspetti più specifici del “capacity building” e “project management”, nonché sull’analisi delle fasi di realizzazione dei progetti: programmazione, pianificazione, implementazione, conclusione e rendicontazione.
La crisi in Siria, Iraq e paesi limitrofi continua a essere al centro delle preoccupazioni della Santa Sede e della Comunità internazionale per la gravità che si è prodotta a seguito della guerra. Secondo i dati disponibili, dal 2011 il conflitto in Siria avrebbe provocato finora circa 400 mila vittime e 2 milione di feriti. Attualmente sono più di 12 milioni le persone bisognose di aiuto in Siria e oltre 8 milioni in Iraq; i rifugiati interni sono più di 6 milioni in Siria e più di 3 milioni in Iraq, mentre al meno 4 milioni sono i rifugiati siriani in tutta l’area del Medio Oriente: in particolare, 1,9 milioni in Turchia, 1,1 milione in Libano, più di 600 mila in Giordania.
In base ai dati della prima “Indagine sull’aiuto umanitario delle entità ecclesiali nell’ambito della crisi siriana e irachena per l’anno 2014-2015”, prodotta da Cor Unum e presentata lo scorso settembre, risulta che nel 2015 le istanze della Chiesa cattolica hanno mobilitato più di 150 milioni di dollari a favore di un numero di beneficiari diretti vicino ai 5 milioni; mentre i settori di intervento prioritari sono stati finora: istruzione (più di 37 milioni di dollari); aiuto alimentare (più di 30 milioni di dollari); fornitura di beni non alimentari (circa 25 milioni di dollari); sanità (circa 16 milioni di dollari); sostegno per l’alloggio e il pagamento degli affitti (più di 10 milioni di dollari). Al momento è in corso l’Indagine relativa al periodo 2015-2016.