Attualmente uno dei volti di donna più noti negli Stati Uniti e nel mondo è quello di Hillary Clinton. La candidata democratica alla Casa Bianca potrebbe diventare, nell’autunno prossimo, la prima donna presidente degli Stati Uniti.
Sostenuta dalla grande stampa liberale e progressista, da fette importanti dello star system e – si dice – anche da banche d’affari e dall’Arabia Saudita, la Clinton ha una posizione di parte sui temi della bioetica.
Ha salutato con favore, un anno fa, la sentenza della Corte Suprema che ha obbligato tutti gli Stati Uniti a legalizzare il matrimonio omosessuale. Ha appoggiato, seppur timidamente, la legge sul suicidio assistito dell’Oregon nel 2008. È da sempre una strenua fautrice del “diritto” all’aborto.
A tal proposito, negli scorsi mesi si è pronunciata sul gigantesco scandalo che ha coinvolto la Planned Parenthood, il colosso americano degli aborti incriminato per aver attuato un commercio di feti. La Clinton – che per la sua campagna elettorale avrebbe anche ricevuto un cospicuo finanziamento da Planned Parenthood – si è battuta per impedire che il Congresso varasse una legge per tagliare i fondi a questa industria.
Ma da qualche tempo, almeno entro i confini statunitensi, un altro volto di donna sta circolando molto. È anche lei bionda, ma più giovane e solare della candidata alla Casa Bianca. Si chiama Brandi Swindell, ha 39 anni ed è, al contrario della Clinton, una sostenitrice della vita nascente e del diritto delle donne ad essere consapevoli dell’importanza della maternità.
Ora si è messa in testa un’idea che è alquanto ambiziosa. Vuole sconfiggere Planned Parenthood proponendo la diffusione di centri di salute riproduttiva alternativi: delle strutture che aiutino le donne non ad abortire, bensì a mettere al mondo dei bambini.
“Non vogliamo solamente tagliare i fondi a Planned Parenthood. È giunto il tempo di sostituirlo!”, si legge in uno degli opuscoli che sta facendo circolare questa agguerrita attivista pro-life, nonché imprenditrice.
Al progetto della Swindell ha dato spazio anche la nota rivista Cosmopolitan, notoriamente schierata a favore dell’aborto. Nell’articolo è presente una breve biografia della 39enne americana. La sua vita è radicalmente cambiata nel 1990, quando incontrò un’amica appena stata dimessa dall’ospedale a seguito di un’interruzione di gravidanza. La Swindell trovò una persona del tutto diversa da quella che conosceva, non più vivace ma triste.
In quell’incontro affondano le radici del suo impegno. Il progetto che vuole implementare gode già di solide basi. Nel 2006, a Boise, la sua città natale che si trova nell’Idaho, ha aperto un centro di assistenza a donne incinte, proprio accanto alla locale sede di Planned Parenthood. È stato solo il primo di una serie di piccoli centri – chiamati Stanton Healthcare – che stanno nascendo come funghi. Ce ne sono altri in Idaho, ma anche in North Carolina, in Alabama e persino oltreoceano, in Irlanda del Nord. Presto ne inaugurerà uno a Detroit, nel Michigan.
Qui si offre assistenza sanitaria a prezzi accessibili, con particolare riguardo nei confronti delle fasce più povere della popolazione. Si forniscono medicinali per mamme e bambini, nonché vestiti e giocattoli. Si effettuano ecografie e visite ginecologiche. Non mancano stanze nelle quali le gestanti possono ricevere massaggi. Bando totale ai contraccettivi d’ogni tipo, piuttosto si fa informazione al fine di promuovere quella che viene definita “l’integrità sessuale” delle donne e la difesa del nascituro.
“Ogni donna dovrebbe avere accesso alle cure sanitarie e alle alternative all’aborto” spiega, sottolineando come sia necessario aiutare soprattutto coloro che hanno una gravidanza inaspettata a dare alla luce il figlio. La Stanton Healthcare è una rete che consente alle donne prive di copertura assicurativa, di ricevere assistenza durante la gravidanza.
Un’opzione gratuita, dunque, e a favore della vita. Una struttura che ha l’ambizioso progetto di soppiantare Planned Parenthood. “Sappiamo che Planned Parenthood è il Golia e noi siamo il Davide – afferma Tina Whittington, vicepresidente di Studenti Americani per la Vita – ma Brandi ha le capacità imprenditoriali, l’intelligenza, il buon senso e la passione”, per diffondere una cultura della vita tra le donne americane. Obiettivo da perseguire soprattutto se dovesse diventare presidente la donna Hillary Clinton, abortista convinta.
Stanton Healtcare of Alabama - Facebook
Usa. L'iniziativa pro-life che vuole sconfiggere l'industria abortista
L’imprenditrice Brandi Swindell ha creato una rete di centri che assistono gratuitamente le donne incinte e promuovono la cultura della vita. Il suo slogan: “Sostituiremo Planned Parenthood”