Una vera inclusione. È quanto richiesto da Papa Francesco nell’udienza di stamane ai partecipanti al Convegno “…e tu mangerai sempre alla mia tavola!” (2 Sam 9, 1-13), promosso dal Settore per la Catechesi delle persone disabili dell’Ufficio Catechistico Nazionale italiano in occasione del 25° anniversario della sua istituzione.
Il Papa ha consegnato ma non letto il suo intervento preferendo rispondere a braccio a qualche domanda. Nel discorso scritto Papa Francesco ha sostenuto che la persona con disabilità, anche gravi e gravissime “va considerata come soggetto attivo nella comunità in cui vive”, perché è in grado di “vivere una genuina esperienza di incontro con Cristo”, ed è capace di testimoniarla agli altri.
Per questo motivo ha invitato a riconoscere “la loro capacità apostolica e missionaria, e prima ancora il valore della loro “presenza” come persone, come membra vive del Corpo ecclesiale”. “Nella debolezza e nella fragilità – ha sottolineato il Papa – si nascondono tesori capaci di rinnovare le nostre comunità cristiane.”
Anche se nella Chiesa, si registra una diffusa attenzione alla disabilità e un atteggiamento di generale accoglienza, tuttavia – ha precisato il Papa – “le nostre comunità fanno ancora fatica a praticare una vera inclusione, una partecipazione piena che diventi finalmente ordinaria, normale”.
Il Pontefice ha ribadito che “ogni persona è unica e irripetibile, e ogni volto escluso è un impoverimento della comunità”. In questo contesto le famiglie sono decisive affinché le “comunità cristiane siano ‘case’ in cui ogni sofferenza trovi compassione”
Secondo il Pontefice “nel cammino di inclusione delle persone disabili occupa un posto decisivo la loro ammissione ai Sacramenti” ed è “triste constatare che in alcuni casi rimangono dubbi, resistenze e perfino rifiuti”.
“Spesso – ha scritto il Papa – si giustifica il rifiuto dicendo: “tanto non capisce”, oppure: “non ne ha bisogno”. In realtà, con tale atteggiamento, si mostra di non aver compreso veramente il senso dei Sacramenti stessi, e di fatto si nega alle persone disabili l’esercizio della loro figliolanza divina e la piena partecipazione alla comunità ecclesiale”.
“Pertanto, – ha aggiunto – sia viva preoccupazione della comunità fare in modo che le persone disabili possano sperimentare che Dio è nostro Padre e ci ama, che predilige i poveri e i piccoli attraverso i semplici e quotidiani gesti d’amore di cui sono destinatari”.
A proposito del coinvolgimento delle persone disabili nelle assemblee liturgiche, nel discorso scritto il Papa spiega che “Si tratta di far crescere una mentalità e uno stile che metta al riparo da pregiudizi, esclusioni ed emarginazioni, favorendo una effettiva fraternità nel rispetto della diversità apprezzata come valore”.
Papa Francesco ha concluso ringraziando per quanto è stato fatto in questi venticinque anni di lavoro al servizio di comunità sempre più accoglienti e attente agli ultimi.
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Le comunità cristiane siano “case” in cui ogni sofferenza trovi compassione
Ai partecipanti al Convegno per persone disabili dal titolo ‘…e tu mangerai sempre alla mia tavola!’, il Papa spiega che “nella fragilità si nascondono tesori capaci di rinnovare le comunità cristiane”