Papa Francesco e bambina con la sindrome di Down - Foto @ Servizio Fotografico - L'Osservatore Romano

Il Papa invita a praticare di più l’apostolato dell’ascolto

Secondo il Pontefice bisogna prendere esempio dai disabili che non hanno paura

Share this Entry

Davanti ad una platea di otre 650 persone, tra canti e entusiasmo, Papa Francesco ha deciso di non leggere il discorso che aveva preparato, confessando che gli pareva troppo noioso.
Ha parlato a braccio al Convegno per persone disabili promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, in occasione dei 25 anni del Settore catechistico a loro dedicato.
Mentre il Papa rispondeva alle domande, due bambine affette da sindrome di Down sono andate sul palco.
Il Papa ha abbracciato Lucrezia, sette anni, aveva pelouche e macchina fotografica al collo, nessun timore, ed ha detto vedete: ”Sono coraggiose loro (…) ci hanno dato una lezione: rischiano, non hanno paura delle diversità, sanno che è una ricchezza e per questo non saranno mai discriminate”.
Come riportato da L’Osservatore Romano, la prima a porre la domanda è stata Lavinia, una ragazza con disabilità intellettiva che fa parte della parrocchia romana dei Santi martiri dell’Uganda.
Lavinia ha sostenuto che “la diversità è sempre una ricchezza e non deve far paura: ognuno di noi mette in campo quello che ha e quello che sa fare: da questo nasce la bellezza della diversità”.
Don Luigi D’Errico parroco di Lavinia ha chiesto “come far diventare più accoglienti le comunità, mettendo al centro chi non è perfetto”.
Serena, una disabile venticinquenne di Pistoia, accompagnata dal suo parroco, don Diego Pancaldo ha chiesto “Come fare perché nessun disabile intellettivo venga escluso dalla partecipazione attiva alla liturgia e alla ricezione dei sacramenti?”
E ha aggiunto: quando accadono queste discriminazioni “io non capisco, Papa Francesco, me lo puoi spiegare tu?.
Tradotto da tredici interpreti nel linguaggio dei segni il Papa ha provato a rispondere.
Come riportato da Radio Vaticana, Papa Francesco ha detto: “Tante volte abbiamo paura delle diversità’. Ci fanno paura. Perché? La sfida ci fa paura, ma la diversità è una ricchezza sempre. Pensate come sarebbe noioso un mondo in cui tutti sono uguali. Invece, le diversità insieme fanno “una cosa più bella e più grande”:
Tra le buone pratiche il Papa ha invitato tutti a fare ubn gesto concreto che è quello di “stringere la mano”, un gesto profondo, perché – ha aggiunto – “Quando io stringo la mano, metto in comune quello che io ho con te, ti do la mano, ti do il mio e tu mi dai il tuo. E questo è una cosa che ci fa bene a tutti. Andare avanti con le diversità, perché le diversità sono una sfida ma ci fanno crescere”.
In merito alla domanda di Serena sull’esclusione dei sacramenti, Papa Francesco ha sottolineato che la discriminazione “è una cosa bruttissima!”.
Il Papa ha ricordato che Papa Pio X creò scandalo quando voleva dare la comunione ai bambini, ed ha spiegato “ha fatto di una diversità una uguaglianza perché lui sapeva che il bambino capisce in un altro modo. E quando ci sono diversità fra noi, si capisce in un altro modo. Ma anche a scuola, nel quartiere, ognuno ha la sua ricchezza”.
Per questo motivo il Papa ha sottolineato che è necessario un “apostolato dell’orecchio”
ed ha invitato la comunità cristiana ad ascoltare di più.
Accogliere e ascoltare tutti, dunque, sono le parole che il Papa ha consegnato a tutta la comunità civile.
 
 

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione