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La convertita

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 7,36-8,3

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Lettura
Gesù non disdegnava di “mangiare con i peccatori” ed accettava anche le richieste di personaggi chiacchierati, qualora ne avesse visto un barlume di sincerità. Era tanto “interessante” che la gente lo cercava, sia per i prodigi che egli compiva, sia per le parole che “Dio solo” poteva pronunciare.
Meditazione
Uno dei problemi che sembra essere rimosso dall’homo oeconomicus è questo: “È facile o difficile salvarsi?”. Che si dia o no una risposta, il “definitivo” ci tallona e non è con il non pensarci che si possa rimuovere la realtà. Comunque, quale apocalisse incombe sull’uomo? Quella dei film dell’orrore, oppure quella che apre sulla Gerusalemme celeste, dei “cieli e terra nuova”? Gesù avverte di tenerci sempre pronti, perché «nell’ora che non immaginate viene il Figlio dell’uomo» (Mt 24,44). Per quelli che si ostinano, ci sarà la giustizia divina. La misericordia sarà solo per quei peccatori che si sono lasciati vincere dall’amore di Dio, che non vuole la morte del peccatore, ma che questi si converta e viva. Maria di Màgdala, come le altre donne che erano “in odore di peccato”, è ricordata come la peccatrice per eccellenza, dimenticando che in casa di Simone, il fariseo sprezzante, è già un’altra creatura. Chi entra in silenzio nella sala del banchetto non è più la meretrice in vendita, ma la “salvata” che vuole compensare, con un gesto di gratitudine, chi l’aveva tratta dal peccato. La scena è scandalosa per il fariseo che si considerava giusto e forse anche per gli altri commensali. Ai piedi Gesù ella si sente dire: “La tua fede ti ha salvata, va’ in pace!”. Non va solo “in pace”, ma piange con lacrime di gioia per la purezza ritrovata. Piange la sua vita passata, “insudiciata dai maschi”, e piange perché si è sentita amata veramente: sperimenta la tenerezza del perdono. Asciuga con i suoi capelli i piedi e li profuma con il prezioso nardo. Unti erano i re, i profeti, i sommi sacerdoti. Anche Gesù lo sarà nel sepolcro prima di risorgere come trionfatore sul peccato. Nel silenzio, solo Gesù capisce “chi gli sta dinanzi”. Quanti insegnamenti potremmo trarre da questo episodio! La misericordia non è un’idea astratta, ma cambia la vita. «Gesù – scrive Papa Francesco – rivela la natura di Dio come quella di un padre che non si dà per vinto fino a quando non ha dissolto il peccato e vinto il rifiuto, con la compassione e la misericordia» (Misericordiae Vultus, 6). Ai piedi di Gesù anche noi dovremmo piangere di gioia per ogni perdono ricevuto e offerto al nostro fratello. Nel giudizio finale non temeremo alcun male.
Preghiera
O Signore, Paolo scrive che “dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia”. Aiutami a sperare in questo prodigio d’amore perché la mia vita sia tutta una lode alla tua misericordia.
Agire
Confessarsi bene e con regolare frequenza.
Meditazione del giorno a cura mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia – San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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