Il 31 maggio il Ministero delle Chiese danese ha pubblicato un documento, proposto dal Governo e sottoscritto dai partiti politici presenti in Parlamento, che obbliga i predicatori religiosi di origine straniera a frequentare un corso sulla legislazione danese in materia di famiglia, democrazia e libertà prima di poter esercitare il proprio servizio. I predicatori (sacerdoti, imam, etc) dovranno apporre una firma in cui dichiarano l’impegno proprio a lavorare nel rispetto di tutte le leggi danesi, firma che li costringerà a celebrare matrimoni legalmente riconosciuti, compresi quelli omosessuali.
Secondo il vescovo di Copenaghen, mons. Czeslaw Kozon, il testo “getta sospetti”, “crea complicazione alle comunità cristiane che hanno una lunga tradizione in Danimarca” ed è “discriminatorio perché non si applica alla Chiesa di Stato”
“La dichiarazione contiene obblighi che confinano con la limitazione della libertà di religione – dice ancora mons. Kozon attraverso le pagine di Religion.dk, e contesta: “L’esercizio della libertà religiosa sarà limitata quando la Chiesa cattolica non potrà insegnare qualcosa che è contro la morale e l’ordine pubblico; ma ciò che è contrario all’ordine pubblico potrà essere interpretato in maniera così ampia da dar luogo a interferenze nelle comunità religiose circa la predicazione e la pratica”.
Il Consiglio delle Chiese ha chiesto un incontro “per comprendere pienamente il documento, la logica e le conseguenze e assicurarsi che non ci sia discriminazione contro le religioni riconosciute”.
Flag of Denmark - Pixabay
Danimarca: libertà religiosa a rischio per i sacerdoti cattolici?
Approvato un documento che li obbliga a rispettare le leggi danesi, compresa la celebrazione di nozze gay. Il Consiglio delle Chiese chiede un incontro per fare chiarezza