Ai bambini di prima elementare, sei o sette anni di età, ho raccontato il mio viaggio a Parigi, le meraviglie, i paesi che ho visitato.
Uno di loro, particolarmente colpito dalla descrizione, mi confida che presto anche lui vuole visitare Parigi e mi domanda la descrizione particolareggiata del viaggio, con gli orari del treno, dell’aereo…che puntualmente e amichevolmente gli ho procurato.
Al primo moto di entusiasmo è subentrata però una strana, direi assurda, preoccupazione. Non capivo bene, né potevo immaginare, il perché della sua angoscia, quando, salutandomi, è scoppiato a piangere.
Ma il giorno dopo, si presenta a scuola tutto sorridente, gioioso. Incredibilmente, si era dimenticato di avere un papà e una mamma che, appena lo videro tanto sconvolto per la paura di dover intraprendere da solo un viaggio talmente al di sopra delle possibilità di un bambino, lo rassicurarono ricordandogli che non doveva preoccuparsi di nulla, doveva solo lasciarsi portare e guidare da loro in ogni momento.
E’ chiaramente assurdo e raro che un bambino dimentichi di avere il papà.
Ma tale assurdo è purtroppo frequente in un cristianesimo malato di efficientismo. Un assurdo da cui Gesù ci ha liberato rivelandoci che Dio è papà; iniettando nelle nostre vene la fiduciosa e cristiana “presunzione” del “tutto posso in Colui che mi dà forza”.
Ciao da p. Andrea
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Padre Celeste / Pixabay CC0 - WikimediaImages, Public Domain
È assurdo…
… che un cristiano dimentichi di avere il Papà