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Santa Marta: “Essere miti non è essere sciocchi, è capire la grandezza di Dio”

Durante l’omelia del mattino, papa Francesco individua nelle Beatitudini il “navigatore” che conduce alla salvezza, mentre vanità, avidità di denaro ed egoismo sono i “gradini” verso la perdizione

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Le Beatitudini sono un vero e proprio “navigatore” per ogni cristiano. Meditando sul Vangelo del giorno (Mt 5,1-12), durante l’omelia alla Casa Santa Marta, papa Francesco ha spiegato come nel discorso della Montagna, Gesù offra degli antidoti per non scivolare sui tre “gradini” dell’egoismo dell’idolatria del denaro e della vanità.
Ammaestrando le folle, Gesù “insegnava la nuova legge che non cancella l’antica” ma, piuttosto, la “perfeziona” e la porta alla sua “pienezza”.
Nasce così la “legge nuova” delle Beatitudini, che si pongono come “la guida di rotta, di itinerario”, come i “navigatori della vita cristiana. Proprio qui – ha osservato il Santo Padre – vediamo, su questa strada, secondo le indicazioni di questo navigatore, possiamo andare avanti nella nostra vita cristiana”.
Alle Beatitudini, ha sottolineato il Pontefice, si contrappongono i quattro “guai” di chi ha già tanto su questa terra: guai ai ricchi, guai ai sazi, guai a quelli che ridono, guai a quelli di cui tutti parlano bene. Fermo restando, ha precisato, che, in sé, “le ricchezze sono buone”, mentre è “l’attaccamento” alle stesse che è “idolatria”.
Le idolatrie, da parte loro, sono il “navigatore sbagliato” e rappresentano “i tre gradini che portano alla perdizione”, così come le Beatitudini sono “gli scalini che portano alla vita”.
I “gradini” della perdizione, sono i seguenti: “l’attaccamento alle ricchezze, perché non ho bisogno di nulla. La vanità, che tutti dicano bene di me: tutti parlano bene, mi sento importante, troppo incenso… e io credo di essere giusto”, ha ricordato il Papa, menzionando la parabola del fariseo e del pubblicano. In terzo luogo c’è “l’orgoglio che è la sazietà, le risate che chiudono il cuore”.
Passando a parlare delle Beatitudini in senso stretto, Francesco ha affermato che la “chiave” di tutte è: “beati i miti”. È Gesù stesso, del resto, a dire: “Imparate da me che sono umile e mite di cuore”.
“La mitezza è un modo di essere che ci avvicina tanto a Gesù. Invece, l’atteggiamento contrario sempre procura le inimicizie, le guerre… tante cose, tante cose brutte che succedono. Ma la mitezza, la mitezza di cuore che non è sciocchezza, no: è un’altra cosa. È la profondità nel capire la grandezza di Dio, e adorazione”, ha poi concluso il Santo Padre.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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