Era un argomento che destava molta curiosità e, anziché turbarmi, mi donava forza per incoraggiare chiunque si trovasse a vivere situazioni anche le più terribili e ingiuste. Sentivo parlare di un’isola particolare dove venivano relegati tutti coloro che avevano commesso delitti o errori di una certa gravità…Privati di ogni diritto, condannati a vivere insieme, a dipendere in tutto dagli altri…Avevano perso tutto, non s’aspettavano più nulla da nessuno. Eppure si diceva che erano contenti di stare così insieme…
Un mio amico venne a conoscenza della loro situazione e chiese di andare a vivere con quelle persone. Mi raccontava che rimase stupito della calma con cui si muovevano, della pace che traspariva dai loro volti e soprattutto della loro capacità di ascoltarsi l’un l’altro. Non c’erano telefoni a cui rispondere, né campane, né campanelli che richiamassero all’orario. Tutto avveniva col semplice e normale rapporto tra persone che vivono costantemente insieme.
Uno dei condannati affermava che era sereno e tranquillo e che non aveva da difendere nessuno, né tanto meno difendersi da nessuno…Non temeva neppure la morte perché – diceva – aveva perso tutto, le persone care e la stima degli altri.… Non aveva nulla su cui potesse avanzare qualche diritto. Aveva perso ogni diritto.
Vivendo in un tale clima aveva riscoperto e assaporato la bellezza di servire gli altri senza nessun interesse se non quello di sentirsi gratificato dall’amore che donava. Gli era stato affidato il servizio a mensa. Era talmente contento di servire che, sorridendo, si spostava da una parte all’altra quasi “a passo di danza”.
Un altro isolano era così convinto della sua colpevolezza che non parlava mai male di nessuno, stimando tutti migliori di se stesso.
Chi li aveva messi in quell’isola aveva inteso togliere loro ogni diritto. A nessuno, però, si può, né mai si potrà togliere il diritto di tutti i diritti: amare il proprio carnefice.
È il pensiero espresso da un detenuto, in un biglietto augurale per la pasqua. Sotto l’immagine del Crocifisso aveva scritto: Ecco l’Amore: Gesù, che è venuto ad abitare nella nostra isola umana; ha voluto perdere ogni diritto per rivendicare e vivere il più grande diritto: dare la vita per amore di chi te la toglie.
Per me è stato un momento forte che ha illuminato la mia vita l’espressione pronunciata da Giovanni Paolo secondo, riportata dai giornali dopo l’attentato alla sua vita: “Caro nemico, tutti i diritti mi potrai togliere, ma non quello di amarti”.
Ciao da p. Andrea
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Luogo dell'attentato contro Giovanni Paolo II / Wikimedia Commons - Lucaok, CC BY-SA 3.0
Diritto di amare il nemico
Gesù ha voluto perdere ogni diritto per rivendicare e vivere il più grande diritto: dare la vita per amore di chi te la toglie