Aspersione da parte di diaconi o ministri laici

Il rito può essere compiuto anche da un diacono, da un accolito o da un altro ministro laico?

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Nella sua rubrica di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde oggi a un lettore statunitense.
Ho una domanda riguardo al rito dell’aspersione. In caso di infermità del sacerdote celebrante in una Messa durante la quale si usa il rito dell’aspersione, quest’ultimo può essere compiuto – non le preghiere prima e dopo – da un diacono o persino da un accolito o un altro ministro laico?G.S., Washington, D.C. (USA)
Assieme alla domanda il nostro lettore mi ha inviato anche delle ricerche preliminari circa l’argomento, che useremo come parte della nostra risposta.
Per coloro che utilizzano la forma straordinaria del rito romano la regola è piuttosto chiara. Nonostante il rito dell’Asperges non faccia parte della Messa e il sacerdote indossi il piviale e non la pianeta, “è il celebrante della Messa che segue, e non un altro sacerdote, a compiere l’Asperges” (Fortescue-O’Connell-Reid, The Ceremonies of the Roman Rite Described, 2003, page 108).
In questa forma non ci si deve quindi porre la domanda se un diacono o un laico possano compiere l’aspersione in quanto viene considerata parte integrante della benedizione, che è riservata al sacerdote.
Circa il rito dell’aspersione la Messa Novus Ordo, si legge nell’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR) al n. 51:
“La domenica, specialmente nel tempo pasquale, in circostanze particolari, si può sostituire il consueto Atto Penitenziale con la benedizione e l’aspersione dell’acqua in memoria del Battesimo”.
Nel Messale Romano, Appendice II, Rito per la Benedizione e l’Aspersione dell’Acqua, 1, troviamo:
“Di domenica, in particolare durante il tempo pasquale, la benedizione e l’aspersione dell’acqua in ricordo del Battesimo possono avere luogo in tutte le chiese e cappelle, anche nelle Messe anticipate al sabato sera. Se questo rito viene celebrato durante la Messa, prende il posto dell’usuale Atto Penitenziale all’inizio della Messa” (“Huiusmodi ritus locum tenet actus poenitentialis initio Missae peragendi”).
Nella citazione dall’OGMR, n. 51, il testo inglese presenta l’espressione “il consueto Atto Penitenziale” mentre il Messale ha “l’usuale Atto Penitenziale” nonostante in quest’ultimo testo non sembri esserci una forma latina originale per l’aggettivo “usuale”. Nel modo in cui la interpreto io, i testi inglesi non rendono chiaro se il rito dell’aspersione sia semplicemente un’altra forma dell’Atto Penitenziale (ma non il “consueto” o “usuale”), o proprio un sostituto vero e proprio.
I commentari che ho trovato dicono: “Asperges è l’antico nome per il Rito della benedizione e aspersione dell’acqua, oggi un’opzione all’inizio della Messa domenicale, che prende il posto dell’Atto Penitenziale” (Driscoll and Joncas, Order of Mass, 2011).
Inoltre: “Questo rito non è un atto penitenziale come l’Asperges preconciliare; piuttosto è un gioioso ricordo del Battesimo che dà l’accesso al banchetto eucaristico… Se l’assemblea è sufficientemente folta o grande per permetterlo, il diacono può anche aspergere loro (nonostante le rubriche tacciano su questo punto)” (Kwatera, Liturgical Ministry of Deacons, 2005).
Il nostro lettore aggiunge:
“Quest’ultima frase solleva il tema che è l’oggetto della mia domanda.
“Ho cercato situazioni analoghe. Nella terza forma dell’Atto Penitenziale, mentre il sacerdote recita l’introduzione e l’assoluzione, le invocazioni stesse vengono dette dal sacerdote, dal diacono o “un altro ministro” (Messale Romano, Ordinamento della Messa, 6). Questo sembra fornire una situazione molto simile a quella di un diacono o un altro ministro che aspergano con l’acqua fra l’introduzione e la preghiera conclusiva dette dal sacerdote, anche se il rito dell’aspersione è una forma dell’Atto Penitenziale.
“Anche nella benedizione e distribuzione delle ceneri il Mercoledì delle Ceneri, sembra esservi una situazione simile. Il Messale Romano dice che in quel giorno, ‘l’Atto Penitenziale è omesso, e prende il suo posto la distribuzione delle Ceneri’. In questa chiara sostituzione all’Atto Penitenziale, il Libro delle Benedizioni (nell’adattamento per gli Stati Uniti), il n. 1659 dice: ‘Questo rito verrà celebrato da un sacerdote o diacono che può essere assistito da ministri laici nella distribuzione delle ceneri. La benedizione delle ceneri, tuttavia, è riservata al sacerdote o al diacono’. Ancora una volta, non sono messe in questione le preghiere, ma solamente la distribuzione delle ceneri, o, nel caso del rito dell’aspersione, l’aspersione con l’acqua benedetta.
“La mia personale conclusione è che nel rito dell’aspersione, pur costituendo questo una forma dell’Atto Penitenziale, l’aspersione in sé può essere compiuta da qualcuno che non sia il sacerdote celebrante, che in ogni caso direbbe le preghiere di apertura e chiusura”.
A questo punto mi chiedo perché questo lettore si sia preoccupato tanto di scrivermi, visto la sua abilità nel farsi largo nella giungla delle norme liturgiche.
Tuttavia, la provvidenza volle che io avessi il privilegio di essere tra i sacerdoti che hanno concelebrato con papa Francesco la Messa di Pentecoste lo scorso 15 maggio nella Basilica di San Pietro. Questa Messa è cominciata proprio con il rito dell’aspersione. Al momento dell’aspersione, il Santo Padre è rimasto vicino alla sua sedia e ha asperso coloro che erano più vicini a lui e, in modo simbolico, i concelebranti che erano più lontani. Nel frattempo però vari diacono stavano scendendo le navate della basilica aspergendo i fedeli.
Nonostante la pratica delle Messe papali non sempre possa essere estesa alle altre situazioni, credo che questa abbia perlomeno reso chiaro che i diaconi possono assistere nell’aspersione se vi è una ragione valida per farlo. Va ricordato che i diaconi nella forma ordinaria possono oggi compiere molte delle benedizioni che prima erano riservate ai soli sacerdoti. In molte Chiese orientali invece i diaconi non possono impartire benedizioni di alcun genere.
Non credo che il diacono possa prendere completamente il posto del sacerdote. Ma se un sacerdote è infermo o ha difficoltà a muoversi, egli può aspergere dal proprio posto, e intanto un diacono o un altro sacerdote potrebbe percorrere le navate aspergendo la folla.
Non credo che questo possa essere esteso ai laici nel contesto della Messa. I brani sopracitati dall’OGMR e dall’appendice dicono esplicitamente che il rito dell’aspersione ha luogo all’interno della Messa, e non al di fuori di essa come avviene nella forma straordinaria. Il rito dell’aspersione è una continuazione del rito di benedizione ed è parte integrante di esso. Di conseguenza coloro che non sono in condizione di benedire l’acqua non saranno in grado di portare a compimento il rito.
Qualora non vi fosse presente un diacono e il sacerdote non fosse in grado di muoversi, quest’ultimo potrebbe comunque aspergere coloro che sono più vicini a lui e tutti gli altri in maniera virtuale.
Dopotutto, anche quando il sacerdote fa il giro della chiesa, l’acqua benedetta non raggiunge gran parte dell’assemblea. Costoro beneficiano comunque di tutti i beni spirituali che derivano dal rito.
Infine, vorrei anche dire che i testi stessi mostrano che il rito sostituisce il rito penitenziale ma non costituisce di per sé un rito penitenziale. Se così fosse, sarebbe semplicemente un altro rito penitenziale e, piuttosto che pubblicarlo in appendice, sarebbe stato esposto insieme alle altre formule penitenziali. Di conseguenza esso prende il posto del rito penitenziale come accade in varie altre occasioni, ad esempio quando l’Ufficio Divino viene unito alla Messa.
[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]
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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.
 

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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