Il 28 marzo 1171, il priore dei Canonici Regolari Portuensi, P. Pietro da Verona, stava celebrando la Messa Pasquale, assistito da tre confratelli (Bono, Leonardo e Aimone). Al momento della frazione dell’Ostia consacrata si sprigionò da questa un fiotto di Sangue, che andò a posarsi in larghe gocce sulla volticina sovrastante l’altare. Le storie raccontano del “sacro terrore del celebrante e della immensa meraviglia del popolo che stipava la chiesina”.
Molti furono i testimoni che affermarono di aver visto l’Ostia assumere un colore sanguigno e di aver scorto in essa la figura di un bambino. Dell’accaduto furono informati immediatamente il Vescovo Amato di Ferrara e l’Arcivescovo Gherardo di Ravenna, i quali constatarono con i loro occhi il Sangue persistente del Miracolo, cioè “il Sangue che vivissimo rosseggiava sulla volticina dell’altare”.
La chiesa divenne immediatamente meta di pellegrinaggio, e venne successivamente ristrutturata ed ampliata per ordine del duca Ercole I d’Este, a partire dal 1495. Numerose sono le testimonianze che riportano il Miracolo, tra queste la più importante è la Bolla di Papa Eugenio IV (30 marzo 1442), in cui il Pontefice menziona il Prodigio riferendosi alle testimonianze dei fedeli e alle antiche fonti storiche. Il manoscritto di Gerardo Cambrense è il documento più antico (1197) che menziona il Prodigio ed è conservato nella Biblioteca Lamberthiana di Canterbury.
È stato recentemente rinvenuto dallo storico Antonio Samaritani, in un’opera intitolata Gemma Ecclesiastica. Un altro documento, che risale al 6 marzo 1404, è la Bolla del Cardinale Migliorati, in cui si concedono delle indulgenze a “chi visiterà la chiesa e renderà omaggio al Sangue Prodigioso”. Ancora oggi, il 28 di ogni mese nella Basilica, attualmente officiata dai Missionari del Preziosissimo Sangue di San Gaspare del Bufalo, si pratica l’Adorazione Eucaristica a memoria del Miracolo e ogni anno, in preparazione della festa del Corpus Domini, si celebrano le solenni Quarantore. Nel 1971 è stato celebrato l’ottavo centenario del Miracolo.
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Per approfondire il tema dei Miracoli Eucaristici, è possibile visitare il sito del Servo di Dio Carlo Acutis: http://www.miracolieucaristici.org/
Molti furono i testimoni che affermarono di aver visto l’Ostia assumere un colore sanguigno e di aver scorto in essa la figura di un bambino. Dell’accaduto furono informati immediatamente il Vescovo Amato di Ferrara e l’Arcivescovo Gherardo di Ravenna, i quali constatarono con i loro occhi il Sangue persistente del Miracolo, cioè “il Sangue che vivissimo rosseggiava sulla volticina dell’altare”.
La chiesa divenne immediatamente meta di pellegrinaggio, e venne successivamente ristrutturata ed ampliata per ordine del duca Ercole I d’Este, a partire dal 1495. Numerose sono le testimonianze che riportano il Miracolo, tra queste la più importante è la Bolla di Papa Eugenio IV (30 marzo 1442), in cui il Pontefice menziona il Prodigio riferendosi alle testimonianze dei fedeli e alle antiche fonti storiche. Il manoscritto di Gerardo Cambrense è il documento più antico (1197) che menziona il Prodigio ed è conservato nella Biblioteca Lamberthiana di Canterbury.
È stato recentemente rinvenuto dallo storico Antonio Samaritani, in un’opera intitolata Gemma Ecclesiastica. Un altro documento, che risale al 6 marzo 1404, è la Bolla del Cardinale Migliorati, in cui si concedono delle indulgenze a “chi visiterà la chiesa e renderà omaggio al Sangue Prodigioso”. Ancora oggi, il 28 di ogni mese nella Basilica, attualmente officiata dai Missionari del Preziosissimo Sangue di San Gaspare del Bufalo, si pratica l’Adorazione Eucaristica a memoria del Miracolo e ogni anno, in preparazione della festa del Corpus Domini, si celebrano le solenni Quarantore. Nel 1971 è stato celebrato l’ottavo centenario del Miracolo.
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Per approfondire il tema dei Miracoli Eucaristici, è possibile visitare il sito del Servo di Dio Carlo Acutis: http://www.miracolieucaristici.org/