Mons. Jean-Marie Mupendawatu

Agenda 2030: l’impegno della Santa Sede per salute e sviluppo sostenibile

Intervenendo all’Assemblea Mondiale della Sanità a Ginevra, il rappresentante vaticano, mons. Mupendawatu auspica una maggiore volontà politica nell’affrontare il cambiamento climatico

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C’è piena sintonia tra la Santa Sede e l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Lo ha riferito, monsignor Jean-Marie Mupendawatu, segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari e capo della delegazione vaticana a Ginevra, in occasione dell’Assemblea Mondiale della Sanità, in corso dal 23 al 28 maggio.
A nome della delegazione vaticana, Mupendawatu ha espresso le proprie congratulazioni con il Segretariato per il Rapporto sulla Salute nell’Agenda 2030, che “tra le altre cose, sottolinea l’impegno ad un approccio multi-settoriale integrato, in cui la salute non è semplicemente uno dei vari obiettivi interconnessi, ma influenza ed è influenzata da altri obiettivi e traguardi, come parte integrante dello sviluppo sostenibile”.
Secondo il rappresentante vaticano, l’attuazione dell’Agenda 2030, “garantirà la promozione di un futuro sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale per il nostro pianeta, per le generazioni attuali e per quelle future”.
La delegazione della Santa Sede ha quindi accolto positivamente “l’accento imprescindibile che viene posto sulla dignità della persona umana, e la forte attenzione riservata all’equità, espressa con l’impegno che ‘nessuno sarà lasciato indietro’”.
Monsignor Mupendawatu ha quindi manifestato la preoccupazione della Santa Sede per le “conseguenze sulla salute” dovute al cambiamento climatico, avanzando la “necessità di una maggiore volontà politica e di un forte impegno da parte delle società civili, per poter raggiungere accordi veramente significativi ed efficaci in materia di ambiente”.
“Spesso i negoziati internazionali – ha aggiunto il prelato – non riescono a fare progressi importanti a causa delle prese di posizione adottate da Paesi che antepongono i propri interessi nazionali al bene comune globale”, come richiamato anche da papa Francesco nella Laudato Si’ (n°164).
All’assemblea dell’Onu, Mupendawatu ha ribadito l’impegno delle Istituzioni Sanitarie Cattoliche “nella lotta all’AIDS, alla tubercolosi, alla malaria e alle malattie tropicali neglette così come contro le altre malattie trasmissibili”.
Il rappresentante vaticano ha quindi annunciato un simposio, promosso dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, insieme alla Nippon Foundation, in programma a Roma il 9 e 10 giugno, sul tema Per una cura olistica delle persone affette dal Morbo di Hansen rispettosa della loro dignità. L’incontro avrà una triplice sfida: “ridurre l’incidenza della malattia, aiutare le persone che ne sono state colpite e le loro famiglie e reinserire le persone guaritene nella società”.
Dal 10 al 12 novembre, infine, il medesimo dicastero terrà la sua 31° Conferenza Internazionale, dedicata alle malattie rare e alle malattie tropicali neglette, cui “prenderanno parte esperti e partecipanti provenienti da oltre 60 Paesi del mondo, per dibattere appunto sul problema delle malattie neglette, in particolare quelle che colpiscono le persone più vulnerabili”, ha quindi concluso monsignor Mupendawatu, invitando i presenti a partecipare all’iniziativa. [L.M.]

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ZENIT Staff

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