Gent.ma prof.ssa Corvo, innanzitutto sento la necessità di ringraziarla, perché il suo blog e la sua pagina Facebook mi infondono ogni volta tanta speranza e tanto coraggio, e di questi tempi non è poco. Mi piacerebbe poter contribuire in qualche modo raccontandole un breve episodio che mi è accaduto in giornata e che spero voglia pubblicare nel suo blog, insieme alla coroncina recitata in tale occasione, per rincuorare tante persone che magari si sentono scoraggiate dalle prove che la vita spesso ci riserva.
Ho 28 anni e una settimana fa è stato diagnosticato a mio nonno un brutto male alla gola. Non ci hanno dato molte speranze, informandoci subito che si era diffuso fino a raggiungere l’orecchio. In attesa di sapere se era possibile o meno operarlo, ho tenuto accesa giorno e notte una candela a San Biagio, protettore della gola, e mi sono affidata a San Giuseppe. Oggi eravamo in attesa di conoscere l’esito delle visite. Eravamo tutti in tensione, soprattutto mia madre, che circa un anno fa è entrata in depressione e in un perenne stato d’ansia, dai quali non riesce, nonostante le cure, a uscire.
Nell’ora precedente il responso ho recitato senza interruzione una breve coroncina alla Divina Provvidenza, che riporto di seguito per chi volesse recitarla in casi di necessità: – Sui grani grandi: Sacratissimo Cuore di Gesù, pensaci tu Purissimo Cuore di Maria, pensaci tu – Sui grani piccoli: Santissima Provvidenza di Dio, provvedici tu Alla fine un’Ave Maria e tre Gloria Patri (uno per San Giuseppe).
Mio padre ha tardato più del dovuto a farci sapere qualcosa, con grande angoscia di mia madre che temeva il peggio… ma io ho continuato a recitare la coroncina senza fermarmi. Dopo tre quarti d’ora papà ha telefonato confermandoci che non c’erano metastasi e che il nonno si sarebbe potuto operare, e a quel punto un raggio di sole (il cielo era plumbeo dalla mattina) è entrato dalla finestra illuminando la mia candela ancora accesa davanti all’immagine di San Biagio.
Sarei felice di vedere pubblicata sul blog la coroncina che mi ha sostenuta. Le auguro una serena serata e la ringrazio. Lara
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Pregare… parlare… dialogare… supplicare… chiedere…invocare…
“Sin dalla nascita dell’umanità, abbiamo pregato. Voglio riuscire a capire questo impulso; perché ci riguarda tutti. Venite con me in questo viaggio nel cuore della condizione umana”. Chi pronuncia queste parole è Morgan Freeman, nel trailer di The story of God, il nuovo programma che il National Geographic Channel sta facendo dal 7 aprile.
È vero: la preghiera ci accomuna tutti.
«Sono terribilmente infelice. Se credi che una preghiera possa essere efficace (non scherzo), prega per me e vigorosamente». Questa volta, a parlare così alla madre, è Charles Baudelaire. È il 18 ottobre del 1860 e lui pone le sue speranze sulla preghiera, per uscire dal suo buio spirituale.
«Gli antichi dicevano che pregare è respirare. Qui si vede quanto sia sciocco voler parlare di un “perché”. Perché io respiro? Perché altrimenti morrei. Così la preghiera». Questa riflessione, invece, è del grande filosofo e teologo danese Søren Kierkegaard. Scriverà anche: “La preghiera non cambia Dio, ma cambia colui che prega”.
E il Mahatma Gandhi? Dice addirittura che senza preghiera sarebbe impazzito: “Non sono un uomo di lettere o di scienza, ma pretendo umilmente di essere un uomo di preghiera. È la preghiera che ha salvato la mia vita. Senza preghiera sarei impazzito da molto tempo. Se non ho perso la pace dell’anima, nonostante tutte le prove, è perché questa pace viene dalla preghiera. Si può vivere alcuni giorni senza mangiare, ma non si può vivere nemmeno un giorno senza pregare. La preghiera è la chiave del mattino e il chiavistello della sera… Propriamente compresa e applicata, è lo strumento d’azione più potente”.
Quindi io non ho alcuna difficoltà a credere che sia stata la preghiera a rendere forte Lara, a rendere bravi i medici ed a rendere presente Dio.
E quando i piani non vanno come noi chiediamo?
Anche lì la forza arriva, la benedizione risplende ed il piano di Dio va avanti.
Quando si prega, comunque vada, sarà un successo.
Anche dovessimo pregare dicendo “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”, il Signore della storia ci sarà vicino, per farci leggere fino alle ultime parole di quel famoso salmo 22 “…ma io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: “Ecco l’opera del Signore!”.
Grazie Lara per questa tua lettera che ho reso pubblica con grande gioia.
Ora volerà di cuore in cuore, di situazione in situazione e, chi vorrà, potrà aprirsi al mistero del contatto con Dio e farsi proteggere.
Gesù di Nazaret ha detto: “Quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.”
C’è da aggiungere altro?
No.
C’è solo da provare, senza stancarsi mai.
P.S. È quasi mezzanotte e, mentre sto scrivendo queste poche righe, mi suona l’alert del cellulare. È una mia cara amica che su WhatsApp mi ha appena mandato l’immagine di un cielo stellato con su scritto: “Anche oggi Dio è stato con noi. Buonanotte”. Mi sembra un bel finale di giornata.
[Fonte: www.intemirifugio.it]
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“La preghiera è il nervo sottile che muove il muscolo dell’onnipotenza”
Anche quando i piani non vanno come noi chiediamo, la benedizione di Dio arriva e il Suo piano va avanti