Cresce la consapevolezza collettiva che il nostro pianeta sia un luogo sempre meno ospitale per i bambini e il loro sviluppo. Fautori di questa coscienza critica, i medici italiani e arabi, intervenuti nel convegno Il bambino inquinato presso la Sala Aldo Moro della Camera del Deputati, che auspicano un maggiore interesse socio-nazionale e mediatico per prevenire patologie croniche in costante aumento tra i più piccoli – tumori, obesità, diabete di tipo II, autismo e asma allergica – che negli Stati Uniti rappresentano già un vero e proprio allarme sociale.
Hanno promosso il convegno: la Ong Emergenza Sorrisi del prof. Fabio Abenavoli e l’Isde Italia (Associazione medici per l’ambiente) del prof. Roberto Romizi. Un incontro di grande importanza per il futuro dei più piccoli, con notevole adesione tra le Onlus mediche e il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Salute, dal Corpo Forestale dello Stato, dalla Fondazione Migrantes (CEI), da Uniti per Unire, dalla Comunità del Mondo Arabo in Italia, dall’Ordine dei Medici e Odontoiatri e dall’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia. Modera il medico italo-palestinese Faod Aodi, presidente di Uniti per Unire, Comai e AMSi, trait-d’union tra il mondo arabo e italiano.
Noi di ZENIT ne abbiamo parlato con il pediatra e presidente del comitato scientifico Isde, il prof. Ernesto Burgio. “Da oltre 15 anni viene segnalato sia nell’ambito della pediatria internazionale che nell’epidemiologia, un sostanziale incremento delle malattie croniche degenerative, infiammatorie e anche tumorali che non possono considerarsi un incidente di percorso. Soprattutto il cancro – afferma Burgio – che negli ultimi 25 anni è aumentato notevolmente, soprattutto, nei bambini con meno di un anno di vita. Molti esperti ancora pensano, secondo teorie di 30 anni fa, che il Dna sia il Sacro Graal della nostra vita, il codice scritto della nostra esistenza, ritenendo così che sia obesità che diabete di tipo due, l’asma e autismo fossero la conseguenza di errori del Dna. Questa nuova disciplina chiamata epigenetica dimostra, invece, quanto possano incidere sulle prime fasi della vita, una serie di perturbazioni ambientali – stress materno fetale, inquinamento delle catene alimentare e dell’aria – trasmesse dalla madre al figlio, riprogrammandolo il Dna del feto, in maniera poco corretta”.
Il professore spiega come l’obesità dipenda, in parte, da un caso di sbagliata riprogrammazione del Dna, provocata da interferenti endocrini introdotti da parte della madre, inconsapevolmente. E lo stesso si può dire per il diabete, autismo e il tumore. Il rischio, per Burgio, è di raggiungere percentuali altissime di obesi e diabetici come negli Stati Uniti, con casi gravi fin dall’infanzia. Ma il messaggio positivo è che l’epigenetica offre soluzioni, spiegando come ridurre l’esposizione della madre agli inquinanti, in modo da prevenire i danni. “Fondamentale – conclude Ernesto Burgio – è la prevenzione primaria. Importante in questo ambito è la sinergia con il ministero della salute, attraverso l’attivazione del dipartimento della prevenzione primaria e ginecologica, in ambito neonatale”.
Dello stesso avviso è Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini, direttrice del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni che ha condotto varie ricerche sul glifosato, un diserbante a uso agricolo, per bandirlo dal commercio europeo, per il suo alto valore tossico e cancerogeno, che è imputato di provocare danni anche al feto, se a contatto con la mamma, nei primi mesi di vita.
Interessante e a scopo preventivo è l’iniziativa di Roberto Romizi, presidente dell’Isde Italia (Associazione Medici per l’Ambiente) che ha recentemente sancito un protocollo d’intesa con il corpo forestale dello Stato, per segnalare le criticità ambientali nel territorio: discariche, inceneritori, sversamenti, inquinamento delle falde acquifere; tutti casi di emergenza ambientale, pericolosi per la salute, segnalati dai “medici sentinella”, referenti dell’Isde che in collaborazione con il corpo forestale dello stato agevoleranno le pratiche per porli all’attenzione del servizio sanitario nazionale e dello Stato, nei casi più gravi.
La salute e l’ambiente, in definitiva, sono due aspetti in stretta correlazione tra loro: dove c’è salvaguarda dell’ecosistema, si tutela la vita.