Beatrice Lorenzin

Beatrice Lorenzin - Flickr

L'impegno della Lorenzin contro l'inverno demografico

Il ministro della Salute propone di raddoppiare il bonus bebè ed estenderne la durata fino al 2020. La lista “Roma Popolare” pronta a sostenerla con politiche comunali pro-famiglia

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Sempre più rigido l’inverno demografico italiano. Nel 2015 sono nati appena 488 mila bambini, minimo storico dall’Unità d’Italia, cifra ancora più impressionante a fronte dei circa 650 mila decessi (tasso di mortalità più alto dal dopoguerra). Attualmente – se non aumenta il tasso di fecondità, fermo a 1,35 figli per donna – non esistono le condizioni per assicurare al Paese il ricambio generazionale.
Delle misure da adottare per arginare questo declino dalle forti ricadute sull’economia se ne parla da almeno un paio di decenni. Se ne parla, appunto. I dati dimostrano che ben poco è stato fatto in concreto.
Chi fin dall’inizio del suo mandato ha manifestato l’intenzione di impegnarsi su questo fronte è Beatrice Lorenzin, ministro della Salute. Nel 2014 ha istituito un’assemblea di esperti – tra ginecologi, sociologi, psicologi, sessuologi ed educatori – per individuare strategie in grado di far crescere la natalità.
Un gesto concreto in questo senso la Lorenzin potrebbe compierlo in occasione della prossima legge di Stabilità. L’intenzione è di modificare il bonus bebè inaugurato nel 2015, raddoppiando l’assegno destinato alle coppie che mettono al mondo un bambino. Previsti incentivi ulteriori, inoltre, se decideranno di dare al primo figlio un fratellino.
Attualmente l’assegno dell’Inps viene staccato a favore dei nuclei familiari che hanno un Isee inferiore a 25mila euro all’anno. 80 euro al mese (960 all’anno) per ogni figlio, che diventano 160 euro (1.920 all’anno) per coloro che hanno un Isee più basso di 7mila euro all’anno. L’indice è legato al reddito, alle eventuali proprietà e ai debiti, al numero di componenti della famiglia e alle giacenze bancarie.
Intervistata da ZENIT, la Lorenzin espone il suo progetto teso ad incentivare le nascite. “Abbiamo tracciato due strade, una meno costosa per lo Stato e un’altra più impegnativa”, osserva. La prima consiste nel raddoppio della quota mensile per il primo figlio, che passerebbe così a 160 e a 320 euro a seconda della soglia Isee. Nel caso in cui arrivasse anche un secondo figlio, le quote si alzerebbero a 240 e 400 euro.
“Vorremmo anche allungare la validità della misura – aggiunge il ministro -. Ad oggi il bonus è previsto per i bambini nati dal primo gennaio 2015 al 31 dicembre 2017, noi vorremmo estenderlo fino al 2020”. Se il nuovo regime entrerà in vigore, a coloro che hanno fatto un figlio prima del 2015 e ne hanno un altro nel periodo di validità del contributo viene riconosciuta la cifra mensile più alta.
La legge di Stabilità dello scorso anno ha stanziato circa 3,6 miliardi per sei anni. L’aumento previsto, laddove fosse accolta la proposta elaborata dal Ministero della Sanità, sarebbe di altri 2,2 miliardi. La cifra tiene conto anche del miliardo di euro l’anno di risparmio rispetto alle previsioni, dovuto al calo delle nascite.
Ma le mire della Lorenzin per incidere sulla natalità sono oltremodo alte. La profonda crisi demografica suggerisce anche un piano più ambizioso. Questo prevede anzitutto – spiega – “di aumentare la soglia massima Isee a 30mila euro all’anno, consentendo così ad almeno altre 60mila coppie di accedere al bonus”.
Previsto inoltre un sostegno cospicuo a chi ha un indicatore di ricchezza sotto i 7mila euro. “Si darebbero 320 euro al mese per il primo figlio e 480 per il secondo”, afferma la Lorenzin. Che intende in questo modo far ingranare al Governo una marcia importante in termini di Stato sociale.
Le misure a favore della natalità, per essere declinate nella vita concreta dei cittadini, necessitano tuttavia di politiche locali di sostegno della famiglia e della maternità. È in questo senso che si inserisce l’impegno sottoscritto da Stefano De Lillo, capolista per il Campidoglio di “Roma Popolare – per Marchini sindaco”, che ha promosso la stessa Lorenzin.
De Lillo intende portare nel Consiglio comunale di Roma le istanze delle famiglie attraverso maggiori servizi. La convergenza tra un piano nazionale a favore della natalità e le politiche pro-famiglia delle amministrazioni locali potrebbe davvero rappresentare una svolta capace di arginare l’inverno demografico.

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Federico Cenci

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