“Spero che verrete in Polonia per incontrare Papa Francesco”. Così il cardinale Stanislaw Dziwisz ha accolto il 13 maggio nel palazzo arcivescovile di Cracovia, i partecipanti al seminario sulla Giornata Mondiale della Gioventù organizzato dalla CCEE (Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa).
Cracovia è una città che ha un forte impatto emotivo: la diocesi di San Giovanni Paolo II, il Pontefice che ha animato il maggior numero di Giornate mondiali della Gioventù.
In merito alle tante apprensioni e paure relative ad eventuali attentati, l’Arcivescovo di Cracovia ha rassicurato tutti: “Non abbiate paura di venire in Polonia – ha detto – è un paese tranquillo, i servizi di sicurezza sono efficienti e la popolazione è vigile e accogliente. È forte il desiderio di andare nella città di Wojtyla. La GMG sarà un momento di gioia. Non solo divertimento, ma incontro nella fede in Gesù Cristo insieme a Papa Francesco”.
Il porporato ha ricordato che all’inizio c’erano molte perplessità in Vaticano. Non si sapeva come organizzare le Giornate Mondiali della Gioventù. Il cardinale Eduardo Francisco Pironio che l’aveva immaginata pensava a incontri di piccoli gruppi nelle diverse parrocchie. Mentre Giovanni Paolo II immaginava distese enormi dove raccogliere milioni di giovani.
Ogni GMG è stata migliore dell’altra, ogni incontro si è arricchito di nuove iniziative, atmosfere sempre più sofisticate dove poter vivere la fede con gioia insieme a Cristo, al Papa e alla chiesa universale.
In merito agli sviluppi che l’evento di Cracovia potrebbe avere verso i sempre più buoni rapporti con gli ortodossi russi, il cardinale Dziwisz ha detto che, dopo l’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill a Mosca, “l’obiettivo più importante è la pace. Pace non solo tra Russia e Ucraina, pace non solo per l’Europa, ma pace per il mondo intero”. “I giovani che partecipano alla GMG – ha sottolineato l’arcivescovo– verranno a Cracovia per portare e diffondere pace e misericordia”.
Alla domanda su cosa ricordasse dell’attentato a Giovanni Paolo II il 13 maggio del 1981, il cardinale ha rammentato: “Ero dietro a Giovanni Paolo II. Ho sentito due colpi, altri dicono che sono stati tre. Il modo con cui il Papa ha reagito danno un idea della sua santità”. “Fin dall’inizio, ferito con il rischio di morire, sofferente, lui pregava per chi gli aveva sparato. Non sapeva chi fosse, ma pregava per lui. Anche quando siamo andati nell’ambulanza, pregava per l’attentatore”.
Quando tutto sembrava passato, Giovanni Paolo II andò a parlare con Ali Agca, colui che gli aveva sparato. “Il Papa gli parlava di perdono, ma Agca era interessato solo al segreto di Fatima. Non ha mai chiesto scusa. Mentre Giovanni Paolo II diceva che bisognava perdonare e amare per salvare”.
“Quando ci capitava di sostare sulle tombe dei Pontefici nella Basilica di San Pietro, Giovanni Paolo II rifletteva, che per poco anche lui non era già stato sepolto”, ha detto Dziwisz. “L’operazione e la permanenza in ospedale è stata terribile, ma il Papa polacco si è affidato a Maria, grato al Signore ha affrontato tutte le sofferenze invitando a non avere paura”.
Interpellato sulla questione dell’azione della Chiesa polacca nei confronti di profughi e migranti che premono alle frontiere, il cardinale ha ricordato che in Polonia sono già ospitati più di un milione di persone fuggite dall’Ucraina, dalla Bielorussa e dalle regioni dove si sono svolti scontri. “La Chiesa polacca è aperta per ospitare i bisognosi, ma le modalità di come vada ordinato il fenomeno tocca allo Stato” ha sottolineato; “la Polonia non ha costruito muri, al contrario ha ospitato chi fuggiva da zone dove avvenivano scontri militari”.
Prima di congedarsi, l’arcivescovo ha dunque ribadito: “Non abbiate paura! Portate gente a Cracovia la città di Giovanni Paolo II”.
Il cardinale Dziwisz: "Non abbiate paura! Venite a Cracovia!"
L’arcivescovo polacco, storico segretario di San Giovanni Paolo II, invita alla Giornata Mondiale della Gioventù