La Laudato Si', l’ozonoterapia e le buone pratiche nell’allevamento

La storia professionale di Paolo Garbelli , veterinario e allevatore di suini, dimostra come, nel settore alimentare, si possa ridurre l’uso di antibiotici, migliorando la qualità con maggiore rispetto per la salute di uomini e animali

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“Dobbiamo fare molta attenzione alle finalità del nostro lavoro: il guadagno onesto è tale se contempla anche un giusto sforzo per non danneggiare né l’ambiente né la salute dell’uomo”. Con queste parole Paolo Garbelli, veterinario e allevatore, spiega quelle che, da anni, sono le linee guida della sua attività. Principi affermati con forza nell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.
Dopo aver esercitato per undici anni la libera professione di medico veterinario, occupandosi di gatti, cani e bovini, Garbelli ha avviato, nel 2001, un allevamento di suini per la produzione di prosciutto di Parma e San Daniele. Da sempre preoccupato per l’eccessivo uso di antibiotici in campo medico e alimentare, ha cercato di ridurne il più possibile l’utilizzo con l’obbiettivo di rendere più sana la carne e migliorare le condizioni di vita degli animali. Fra i vari strumenti adottati, c’è l’ozono.
“Nella pratica – racconta Garbelli – la mia tecnica prevede l’utilizzo dell’ozono e di immunostimolanti naturali, soprattutto fitoterapici, somministrati nel cibo degli animali. In questo modo sono riuscito a ridurre l’uso di antibiotici del 90% rispetto alla media degli altri allevatori. Sono venuto a conoscenza dell’ozonoterapia attraverso una trasmissione televisiva. Essendo aperto alla medicina naturale, ho voluto subito approfondirne la metodica che mi è sembrata estremamente interessante. Mi sono recato presso la società Multiossigen di Bergamo, produttrice di apparecchiature medicali specializzate nella produzione di ozono; ho conosciuto i dirigenti e ho riflettuto con loro circa la possibilità di applicare una profilassi terapeutica nell’allevamento intensivo dei suini. Lavorando congiuntamente, abbiamo calato nella pratica il bagaglio conoscitivo che la Sioot, Società scientifica di ossigeno-ozonoterapia, ha sviluppato negli anni”.
Garbelli spiega come, ozonizzando il cibo e l’acqua dei maiali, si abbassi drasticamente il livello di batteri e virus, riducendo notevolmente il rischio di infezioni e rinforzando il sistema immunitario degli animali. Il tutto senza ricorrere a dosi massicce di farmaci chimici. “Sono infatti note le potenti proprietà antibatteriche, antivirali e antimicotiche dell’ozono”, sottolinea il veterinario allevatore. Il gas viene inoltre erogato nei capannoni, annientando i germi nell’aria e impedendo la loro trasmissione da animale ad animale.
“Anche qui – evidenzia Garbelli – si hanno vantaggi sanitari, con una riduzione delle patologie respiratorie e un grande calo nell’uso di antibatterici e disinfettanti. La riduzione dell’uso di antibiotici consente inoltre di avere delle carni molto più salubri e di evitare tutta una serie di problematiche sanitarie per l’uomo come, per esempio, stimolare la resistenza agli antibiotici. E ciò è molto importante”. “Da molti anni – continua il veterinario allevatore – mi pongo una domanda: che senso ha puntare soltanto sulla cura delle patologie dell’uomo senza dare la minima importanza alla prevenzione e alla qualità del cibo?”.
Secondo il dottor Garbelli, è vero che ci troviamo in presenza di una materia nuova che richiederà tempo e dedizione per dare i massimi risultati, “ma proprio per questo – ha sottolineato – credo che valga la pena di sperimentarla e studiarla, e spero che i miei colleghi medici veterinari si aprano al confronto e allo stupore di una medicina scientifica che è anche arte”. “Noi medici veterinari – ha concluso – abbiamo una grande responsabilità nel mantenere la salute degli animali, adoperando il meno possibile i presidi chimici. Si tratta di un dovere etico, di cui dovremo rispondere”.
Dopo anni di studi, Garbelli è giunto alla conclusione che l’aumentata resistenza batterica agli antibiotici che si riscontra nell’uomo è del tutto simile a quella degli animali. Uno dei problemi più urgenti per gli allevatori di suini, pollame, ovini e bovini è infatti il consumo sempre più alto di sostanze chimiche e antibiotici per contrastare infezioni, virus e malattie che minacciano gli animali allevati. Insieme ai costi sempre maggiori, preoccupa la concentrazione di queste sostanze nelle carni macellate, vendute e consumate, conseguenza del fatto che anche banali malattie infettive vengono superate non con il miglioramento delle tecniche di allevamento ma con l’abuso di antibiotici.
“Nella mia attività di medico veterinario – spiega Garbelli – mi sono impegnato, per quanto possibile, ad attuare una decisa riduzione dell’uso di antibiotici. E anche quando ritenevo corretto il loro impiego, ho notato che l’abbinamento con i rimedi naturali riduceva del 50% la durata delle patologie infettive”.
Un dato non di poco conto, considerando come la resistenza agli antibiotici sia un problema sempre più concreto non solo negli animali, ma anche negli esseri umani, al punto da essere riconosciuto come emergenza sanitaria globale dall’Organizzazione mondiale della sanità. E proprio per questo è necessario approfondire le possibilità di utilizzo di strumenti medici alternativi, come l’ozonoterapia, laddove non sia indispensabile ricorrere agli antibiotici.
La vicenda umana e professionale di Paolo Garbelli è raccontata più approfonditamente nel libro Ozono, respiro di vita, edito da If Press e pubblicato lo scorso marzo. Il volume è presente al Salone internazionale del libro di Torino, dal 12 al 16 maggio, presso lo stand di If Press nella zona Fidare dedicata agli editori indipendenti. Sarà inoltre presentato a Roma il prossimo 23 maggio, presso la Casa di Santa Francesca Romana a Ponte Rotto nel quartiere Trastevere.
 
 
 

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Alessandro de Vecchi

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